“Accusano i dottori di non aver riconosciuto tempestivamente la malattia, di non aver utilizzato il trattamento più adeguato. Ma ci trovavamo di fronte a un virus completamente sconosciuto. Cosa potevamo fare di più?”, si chiede Rossi. Secondo l’Ordine dei medici sarebbero quasi 400 le richieste di pareri arrivate negli ultimi mesi a studi legali di Milano per valutare le eventuali colpe mediche: “Il calcolo è approssimativo – precisa Rossi – ma veritiero. In tutta la città ci sono 150 studi legali specializzati nella colpa medica e ognuno ha riferito di dover esaminare dalle 3 alle 5 procedure”. A cui si aggiungono, poi, le denunce che vengono presentate direttamente dagli avvocati, senza che sia richiesto nessun parere preventivo precauzionale.
“E’ probabile che la maggior parte di queste richieste venga rigettata perche’ le accuse non sussistono; di solito soltanto 8 cause su 100 approdano a una condanna in primo grado”, sottolinea Rossi. Un numero esiguo rispetto alle 200-300 denunce penali che la Procura di Milano esamina ogni anno. La preoccupazione, però, rimane. Soprattutto per le cause civili, in cui il confine di colpevolezza è più labile. “I medici sono stati costretti a operare in assenza di linee guida o di buone pratiche consolidate, nonchè di riferimenti bibliografici. Questo non dobbiamo dimenticarlo”, conclude Rossi.
Agenzia DIRE