Clima, addio al quarto inverno più caldo di sempre

Arriva la primavera e finisce l’inverno che si è classificato come il quarto più caldo di sempre sul pianeta a livello climatologico facendo registrare una temperatura, sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,84 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo.  

 

La temperatura invernale a livello globale è aumentata ad un ritmo di 0,07 gradi per decennio dal 1880 ad oggi ma il tasso – sottolinea la Coldiretti – è il doppio con un valore di 0,14 gradi per decennio a partire dal 1981, a conferma della tendenza ad una accelerazione del processo di surriscaldamento del pianeta. In Europa l’inverno che si è chiuso è stato – continua la Coldiretti – il settimo più caldo da quando sono iniziate le rilevazione nel 1910 con una temperatura superiore di 1,78 gradi il periodo di riferimento.

Anche in Italia si è verificata una evidente anomalia con l’inverno che – rileva la Coldiretti – è stato più caldo con una temperatura superiore di 0,40 gradi rispetto alla media del periodo di riferimento e si colloca al 23esimo posto tra i più bollenti dal 1800, secondo Isac Cnr. L’aumento delle temperature è accompagnato da una preoccupante siccità con la caduta al nord di circa il 50% di precipitazioni in meno che – precisa la Coldiretti – hanno lasciato le montagne senza neve e campi, fiumi e laghi all’asciutto nel momento in cui l’acqua è essenziale per l’irrigazione delle coltivazioni.

Allo stato attuale – sostiene la Coldiretti – nel nord Italia la situazione è peggiore di quella del 2017 che ha creato difficoltà anche per gli usi civili nei centri urbani ed è costata 2 miliardi di euro in danni all’agricoltura a causa della siccità che ha tagliato i raccolti delle principali produzioni, dagli ortaggi alla frutta fino al mais, ma anche alle risaie, ai vigneti e al fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte. Sul Po in magra sembra piena estate con il livello idrometrico al Ponte della Becca è di -2,89 metri, come nell’ agosto scorso, ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dall’8% del lago di Como al 15% dell’Iseo fino al 28% del Maggiore secondo l’ultimo monitoraggio della Coldiretti.

L’andamento anomalo di quest’anno conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto che si manifestano – continua la Coldiretti – con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo alla siccità. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Una nuova sfida per le imprese agricole che – sostiene la Coldiretti – devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Per queste ragioni i giovani della Coldiretti hanno partecipato a #Fridaysforfuture, la mobilitazione globale che nasce con le proteste della giovane attivista svedese Greta Thunberg per chiedere ai decisori politici misure concrete contro i cambiamenti climatici.