CambiamoAgricoltura: Italia pro glifosato?

L’Italia dice SI al rinnovo dell’autorizzazione per un altro anno del diserbante, mentre Francia, Germania e Slovenia si sono astenuti facendo mancare la maggioranza qualificata per la proroga della scadenza prevista il prossimo 15 dicembre. Quale sarà la posizione del nuovo Governo nazionale?

Slitta di un altro mese la decisione del Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (PAFF) dell’Unione Europea per la proroga di un anno dell’autorizzazione all’uso del glifosato in scadenza il prossimo 15 dicembre. Nella riunione dello scorso 14 ottobre è mancata una maggioranza qualificata favorevole che concedeva un anno di proroga per l’uso di questo pesticida. Determinante è stata l’astensione di Germania, Francia e Slovenia, l’Italia ha, invece votato a favore della proroga, smentendo la sua posizione contraria all’uso del glifosato.

 

La richiesta di una proroga di un anno è stata determinata dalla situazione di stallo creatasi dalla dichiarazione di EFSA di necessitare di altri mesi (fino a giugno del prossimo anno) per completare la sua valutazione scientifica al fine di decidere sul possibile rinnovo o sul divieto totale e definitivo. Dopo il nulla di fatto a causa della mancata maggioranza qualificata (sebbene, purtroppo, la maggioranza degli Stati membri abbia sostenuto la proposta) la DG Sante della Commissione UE ha annunciato che intende ripresentare al più presto la sua proposta di proroga al Comitato d’appello, senza specificare però una data, invitando gli Stati membri che si sono opposti alla proposta o si sono astenuti a riconsiderare la loro posizione. Il prossimo PAFF sui fitofarmaci è previsto per l‘8-9 dicembre e non ci sarebbero i tempi tecnici per formalizzare la proroga dell’autorizzazione, potrebbe per questo essere programmata un’altra riunione a novembre per evitare l’automatico divieto dell’uso del glifosato dopo il 15 dicembre.

Il voto favorevole alla proroga da parte dell’Italia è un clamoroso cambio di rotta rispetto al voto contrario espresso nel 2017 ed arriva nel momento in cui si attende l’insediamento del nuovo Governo che dovrà dimostrare il suo impegno per la transizione ecologica della nostra agricoltura”, sottolineano le Associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura, che esortato a non prolungare l’autorizzazione del glifosato fino alla fine del 2023. “Esistono ormai prove evidenti, documentate da numerose pubblicazioni scientifiche, che confermano il rischio inaccettabile dell’attuale uso del glifosato per la salute umana e per l’ambiente“, aggiungono le Associazioni di #CambiamoAgricoltura, “le autorità responsabili degli Stati membri si prendano la responsabilità di vietare immediatamente l’uso del diserbante“.

I numerosi studi sugli effetti nocivi sulla salute dell’uomo ed ecotossicologici del glifosato giustificherebbero, infatti, l’immediato divieto totale del suo utilizzo in agricoltura, in coerenza con gli obiettivi di riduzione dell’uso e del rischio dei pesticidi entro il 2030 indicato dal Green Deal europeo. Il divieto di utilizzo del Glifosate, che ricordiamo essere l’erbicida più utilizzato al mondo, sarebbe anche una prima risposta ad oltre un milione di cittadini che hanno sottoscritto l’Iniziativa dei Cittadini Europei Salviamo Api e Agricoltori che chiede l’eliminazione graduale dell’80% dell’uso di pesticidi sintetici entro il 2030 e del 100% entro il 2035, le cui firme sono appena state validate dalla Commissione UE.

La Germania e la Francia, che erano state determinanti nel 2017 per il rinnovo dell’autorizzazione del glifosato per 5 anni, si sono astenute dal voto del PAFF che ha portato gli Stati membri ad opporsi a una proroga temporanea dell’approvazione del diserbante. La Germania in particolare ha criticato i ritardi della Commissione europea alla quale era stato detto da tempo che l’effetto della sostanza chimica sulla biodiversità doveva essere considerato come parte del processo di valutazione del rinnovo dell’autorizzazione. Il governo federale tedesco ha già deciso con una specifica legge di vietare l’uso del glifosato in Germania entro il 1° gennaio 2024. Altri Paesi che hanno intrapreso un percorso simile sono la Francia e l’Austria, mentre il Lussemburgo è stato il primo Paese dell’UE a vietare il controverso erbicida dal 31 dicembre 2020.

Ci chiediamo dunque quale sarà la posizione Italiana. Il voto sul rinnovo del glifosato sarà l’indicatore della reale volontà del nuovo Governo di garantire la tutela della salute dei cittadini prima degli interessi privati delle potenti lobby dell’agrochimica” proseguono le Associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura che concludono “Ovunque cerchiamo queste sostanze le troviamo, lo conferma il monitoraggio dell’ISPRA nelle acque e lo confermano anche i campioni di capelli che abbiamo simbolicamente raccolto e fatto analizzare in tutta Europa insieme al coordinamento Europeo di Good Food Good Farming.”

 

Proprio oggi, infatti, viene reso pubblico il report definitivo dell’iniziativa “Pesticide check up” che ha rilevato come 25 dei 30 pesticidi ricercati (per problemi tecnici non è stato possibile includere il glifosato) sono presenti in 1 campione su 3.
Questo il link dove è possibile scaricare il rapporto completo del Check Up pesticidi: https://www.goodfoodgoodfarming.eu/pesticide-checkup/

Proprio per sensibilizzare cittadini e politici su questo tema la Coalizione #CambiamoAgricoltura è impegnata questo mese in una campagna di comunicazione sui suoi canali social.

CambiamoAgricoltura è una coalizione nata nel 2017 per chiedere una riforma della PAC che tuteli tutti gli agricoltori, I cittadini e l’ambiente. Aderiscono alla Coalizione oltre 90 sigle della società civile ed è coordinata da un gruppo di lavoro che comprende le maggiori associazioni del mondo ambientalista, consumerista e del biologico italiane che aderiscono ad organizzazioni europee (Associazione Consumatori ACU, AIDA, AIAB, AIAPP, Associazione Italiana Biodinamica, CIWF Italia Onlus, FederBio, ISDE Medici per l’Ambiente, Legambiente, Lipu, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Slow Food Italia e WWF Italia). E’ inoltre supportata dal prezioso contributo di Fondazione Cariplo.