ASTENSIONE DALLE UDIENZE DAL 12 AL 16 OTTOBRE: I DIRITTI NEGATI DEI MAGISTRATI ONORARI E L’INTERESSE DEI CITTADINI

L’Associazione di Giudici Onorari di Tribunale AssoGOT ha aderito all’ astensione dalle udienze civili e penali e dalle altre attività d’istituto, indetta dal 12 al 16 ottobre 2020 da numerose sigle della Magistratura Onoraria.

Tale scelta è motivata dalla convinzione che sia utile e necessario portare all’attenzione dei cittadini la grave situazione in cui versano i circa 5.000 magistrati onorari che operano stabilmente negli uffici giudiziari italiani, svolgendo funzioni sia giudicanti che requirenti.
E’ infatti nostra convinzione che una giusta e dignitosa regolamentazione di questo essenziale ambito della giurisdizione sia interesse di tutti, in quanto l’ostruzionismo dei vari governi rispetto ai diritti dei magistrati onorari si ripercuote, inevitabilmente, sull’intero settore della Giustizia, anche in termini di minore efficienza del servizio reso ai cittadini.
Riteniamo -traendo questo dato dall’esperienza quotidiana nei nostri Uffici- che i magistrati di carriera non abbiano alcun interesse a veder negate le garanzie minime previste dalla Costituzione a professionisti che da anni, tutti i giorni, svolgono attività complesse e delicate al loro fianco. Eppure ciò è esattamente quanto l’attuale maggioranza sta prospettando, nella irrazionale e insensata produzione di riforme … di riforme … di riforme … che mostra di voler ostinatamente perpetuare, sempre nel solco di un cottimo malpagato e privo di dignità.
Non si è mai vista, peraltro, alcuna categoria di lavoratori che a fronte di una sperimentata anzianità di servizio, comprovata da periodiche verifiche e da accurata valutazione del lavoro svolto (a opera di un organismi qualificati, quali sono i Consigli Giudiziari e il CSM), debba subire un continuo peggioramento delle proprie condizioni lavorative.
Di seguito, in estrema sintesi, i termini del problema. Con la ormai nota sentenza del 16 luglio 2020, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha chiarito che i magistrati onorari italiani sono “giudici europei” e sono lavoratori subordinati a tempo determinato, sulla base di rapporti di lavoro che dovevano avere una durata di 3 o 4 anni, ma che per un ventennio sono stati continuamente prorogati, dando vita a un rapporto continuativo di fatto, in violazione della normativa comunitaria e nazionale.
Ma al di là di una regolarizzazione del suddetto rapporto, che il Governo non intende concedere, quel che non si comprende è perché non si vogliano neppure riconoscere a questi magistrati le tutele più elementari, che nessuno oserebbe negare a qualsiasi altro lavoratore (previdenza, disabilità, ferie, malattia, infortunio, maternità, sicurezza sul lavoro, congedi familiari, corrispettivo adeguato, svalutazione, scatti di anzianità, rimborsi spesa…).
Viene spesso indicata quale ragione dell’inspiegabile diniego la circostanza che i magistrati onorari sono stati reclutati con un concorso per titoli, e non per esami. Si potrebbero però citare molti precedenti di lavoratori “stabilizzati” della pubblica amministrazione senza concorso, sia nell’ambito della stessa magistratura, sia di altri settori altrettanto delicati e complessi quali la sanità, la scuola, l’università, l’amministrazione finanziaria (funzionari dell’agenzia delle entrate).
Perché, dunque, questa ostilità dello Stato, nel cui nome noi magistrati onorari lavoriamo tutti i giorni, con passione e dedizione, subendo ritmi molto pressanti, e venendo ricambiati con emolumenti a cottimo d’importo non dignitoso, determinato oltre vent’anni fa e mai adeguato, corrisposto quale indennità forfettaria, ma sottoposto alla normale tassazione dei redditi da lavoro?
Perché continua a esserci riservata questo inaudito e mortificante trattamento, a dispetto della rilevanza del ruolo e delle funzioni che esercitiamo? Perché, addirittura, l’attuale maggioranza è intenzionata a peggiorare (dimezzandola!) la già misera “paga” dei magistrati onorari di tribunale (GOT e VPO) aumentando le ore di lavoro da 5 a 8, e così rendendo impossibile il conseguimento del secondo emolumento?
E perché per il compenso “fisso”, per il quale in teoria essi potrebbero in alternativa optare, è scomparso il termine precedentemente indicato (15 agosto 2021) e sono state inserite previsioni incerte e aleatorie (futuri decreti) sostanzialmente rimesse all’arbitrio del Ministro? Tutti noi
sappiamo, per averne pagato negli ultimi vent’anni un prezzo salatissimo, che simili promesse equivalgono ad illusori miraggi. L’ingiusto e immotivato diniego delle ordinarie tutele costituzionali ai magistrati onorari nuoce gravemente agli interessi di tutti, al pari delle proposte di riforma inadeguate ed inique che la maggioranza di governo va prospettando.
Nuoce, anzitutto, ai magistrati professionali. Non a quelli che siedono sulle comode poltrone ministeriali o sui prestigiosi scranni delle Corti superiori, ma ai giudici e ai PM che gestiscono il contenzioso dei Tribunali, che operano nelle trincee quotidiane, e che possono oggi contare sull’enorme mole di lavoro smaltita dai giudici onorari. Nuoce, ovviamente, ai cittadini, che qualora venisse meno l’apporto dei magistrati onorari patirebbero il blocco dei processi, anche in settori sensibili come la volontaria giurisdizione, le esecuzioni mobiliari o l’immigrazione, con gravissime ripercussioni sui propri interessi e sulla qualità della loro vita.
Nuoce alle imprese, che vedrebbero risolte le liti civili, i conflitti commerciali e di lavoro in tempi sempre più lunghi ed incerti. Nuoce, infine, allo Stato sotto molteplici aspetti: aumenterebbero i ricorsi per l’illegittima durata dei processi e gli indennizzi conseguenti (cd. Legge Pinto); aumenterebbero in misura esponenziale (specie dopo la sentenza CGUE) i ricorsi di lavoro, già numerosi, promossi dai magistrati onorari per il riconoscimento dei diritti negati, con conseguenti ingentissimi costi a carico della collettività. Ma, soprattutto, lo Stato rischierebbe di subire elevate sanzioni e gravose conseguenze politiche delle già annunciate procedure d’infrazione da parte dell’Unione Europea, per il mancato rispetto dei principi dettati dalla normativa europea e dalle pronunce della Corte di Giustizia.
Ripetiamo allora la domanda: a chi giova tutto ciò? E’ evidente come la situazione fin qui descritta sia distante dall’applicazione di quei principi costituzionali, impartiti ai giovani giuristi nelle Università italiane, su cui dovrebbero fondarsi la nostra civiltà e la nostra stessa identità.
Si tratta di principi che tutti i magistrati della Repubblica, togati o onorari, applicano nelle loro decisioni, ma che paradossalmente nei confronti dei magistrati onorari vengono disattesi, nel silenzio delle istituzioni e del Ministro della Giustizia, che a distanza di oltre tre mesi non ha neppure commentato la gravissima sentenza della CGUE. Malgrado la clamorosa iniquità di cui sono vittime, i magistrati onorari hanno sempre continuato a svolgere le loro funzioni con passione, competenza e spirito di servizio, dimostrando piena consapevolezza del proprio ruolo e delle gravi responsabilità che ne discendono. Ora, però, tocca allo Stato correggere la rotta, offrire un esempio di giustizia e coerenza, esprimendo finalmente il pieno riconoscimento dei diritti e delle tutele spettanti ai magistrati onorari.

L’associazione AssoGOT