
CATANIA –Non si può parlare di sviluppo, transizione ecologica e valorizzazione del patrimonio pubblico, se alla base manca il rispetto per la dignità professionale». È questo il messaggio che arriva con forza dall’Ordine degli Architetti PPC di Catania, presieduto da Alessandro Amaro, e dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Catania, guidato da Mauro Scaccianoce, che hanno formalmente richiesto il riesame in autotutela della manifestazione di interesse pubblicata dall’IPAB “Casa di Riposo Mons. Ventimiglia e Istituto S. Benedetto” di Catania.
Il bando, relativo alla progettazione per interventi di efficientamento energetico da candidare a finanziamento regionale, presenta – secondo i due Ordini – profili di irregolarità gravi (segnalati anche da ONSAI, l’Osservatorio Nazionale sui Servizi di Architettura e Ingegneria). Sono state rilevate numerose irregolarità nella procedura: dal compenso subordinato all’ottenimento del finanziamento, alla mancanza del calcolo dei corrispettivi previsto per legge, fino all’assenza di elementi progettuali minimi, necessari per elaborare una proposta tecnica congrua.
«Non si può chiedere a un professionista di elaborare una proposta senza riferimenti progettuali, senza dati minimi a supporto e con un compenso legato a condizioni future – dichiarano Amaro e Scaccianoce – è una modalità che rischia di sminuire il valore del lavoro tecnico, che richiede competenze, responsabilità e serietà». Il documento evidenzia, tra l’altro, la violazione del principio dell’equo compenso (art. 8 del D.Lgs. 36/2023 e Legge 49/2023), il mancato rispetto dei criteri ANAC sulla trasparenza e l’adozione di un modello di selezione “ibrido”, senza regole chiare né disciplinare tecnico. Una situazione che – sottolineano gli Ordini – mina i principi fondamentali su cui dovrebbe basarsi ogni affidamento pubblico e rischia di trasformare ogni procedura in una corsa al ribasso, dove qualità progettuale e merito professionale non trovano spazio.
«Non possiamo accettare che vengano pubblicati bandi che non tengono conto dei principi fondamentali di equità, trasparenza e correttezza nei confronti dei professionisti – concludono Amaro e Scaccianoce – il nostro ruolo istituzionale è quello di vigilare affinché le procedure pubbliche rispettino le norme vigenti e valorizzino competenze e qualità progettuale, a tutela dell’interesse collettivo».
Gli Ordini chiedono dunque il ritiro dell’avviso e, in caso di silenzio da parte dell’Ente, annunciano la segnalazione all’ANAC per le opportune verifiche.