A tre ricercatrici, impegnate nella ricerca su SM e Covid-19, va il Premio Rita Levi Montalcini 2020

“In un anno unico come questo, segnato dalla pandemia portata dal Covid-19, il Premio intitolato a Rita Levi Montalcini, assegnato da AISM con la sua Fondazione a queste tre donne, ha un significato particolare – dice il presidente di FISM, Mario Alberto Battaglia, alla presenza del ministro Gaetano Manfredi. Sancisce il nostro grande impegno ad andare avanti, senza rallentare l’impegno a indirizzare e fare ricerca nonostante la pandemia”

Sono tre neurologhe e ricercatrici a vincere il Premio Rita Levi Montalcini 2020. Tutte e tre sono impegnate ogni giorno a contatto con il paziente nei rispettivi Centri clinici per la Sclerosi Multipla e si occupano di ricerca clinica nei tre ospedali che hanno visto i più grandi numeri di ricoverati per Covid-19 dell’intero territorio nazionale. A loro il prestigiosissimo riconoscimento per l’impegno sulla ricerca SM e Covid-19 assegnato durante il congresso annuale dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla con la sua Fondazione (FISM).

Sono Cinzia Cordioli, Lucia Moiola e Marta Radaelli e provengono da l’ASST Spedali Civili di Brescia, dall’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e dall’ ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

 

AISM, con la sua Fondazione FISM, ha deciso di premiarle per il loro lungo impegno nel tradurre la ricerca in risposte per le persone con SM, in particolare durante la pandemia da COVID-19 e per la loro partecipazione attiva allo sviluppo della piattaforma internazionale per la raccolta di dati Covid-19 e sclerosi multipla (SM), il MuSC-19. (link www.aism.it/MuSC-19)

 

«Dopo lo smarrimento iniziale portato da una malattia sconosciuta che ha travolto tutti – dichiara Cinzia Cordioli –  l’istituzione della piattaforma MuSC-19, con il suo data set in cui tutti eravamo invitati a inserire le informazioni che stavamo raccogliendo, è stato il fattore che ha cambiato lo stato delle cose: ci ha consentito, in tempi molto rapidi, di capire come le persone con sclerosi multipla non corressero un rischio di contrarre Covid-19 diverso dal resto della popolazione. Questo ci ha confortato, ci ha dato la possibilità di approfondire i reali impatti di un’infezione di questo tipo nella SM; e soprattutto ci ha rassicurato sull’impegno a continuare a trattare i pazienti».

 

Importante la sottolineatura di Lucia Moiola: «Se c’è una forza nella presa in carico delle persone con SM sta nel fatto che i Centri clinici per la SM lavorano in sinergia, siamo una rete in cui tutti supportano tutti. Quella messa in atto tra Centri, anche attraverso la collaborazione al MuSC-19, è stata un’esperienza di crescita e di condivisione. Nei mesi più difficili, di fronte a una malattia che nessuno conosceva, ci siamo aiutati vicendevolmente. I Centri con più pazienti condividevano l’esperienza che stavano maturando con i Centri più piccoli, e tutti insieme siamo riusciti a stare vicini ai pazienti e a curarli».

 

Marta Radaelli aggiunge: «Grazie alla condivisione dei dati e delle informazioni di ciascuno, abbiamo presto imparato, insieme, che non bisogna assolutamente smettere di curare la sclerosi multipla per paura del Covid-19. E abbiamo potuto continuare a seguire i pazienti con attenzione ed efficacia, in un periodo in cui tanti si sono sentiti abbandonati alle proprie paure».

 

Nel conferire il premio, AISM con FISM ha voluto sottolineare come in questo momento così particolare queste tre donne incarnino lo spirito di Rita Levi Montalcini e lo spirito di AISM. Dare quel contributo alla ricerca a beneficio dell’intera umanità è essenziale in questo periodo di pandemia da coronavirus.

In un anno unico come questo il Premio di AISM intitolato a Rita Levi Montalcini di cui il Premio Nobel è stata Presidente e anima dell’associazione, assume un significato particolare: «Nel lontano 1999 ero presente quando la professoressa Rita Levi Montalcini venne al San Raffaele a consegnare per la prima volta, al professor Gianvito Martino, il Premio a lei intitolato. Il mio impegno ventennale è nato anche dalla spinta di quel giorno e il fatto che il Premio intitolato a Rita Levi Montalcini, nell’anno del Covid-19, vada a tre ‘api operaie’, a tre neurologhe donne molto impegnate nell’attività clinica, oltre che nella ricerca, ha veramente un grande valore», afferma Lucia Moiola.

 

Cinzia Cordioli riassume così il significato che, per un medico neurologo con una lunga storia, assume questo Premio: «È uno dei momenti più grandi della mia vita, un grandissimo onore. Ho sempre guardato con incredibile ammirazione a questa piccola gigantesca donna, che ho incontrato di persona nel mio primo anno di specializzazione. A 47 anni, dopo oltre vent’anni di impegno quotidiano con le persone con SM, questo Premio mi rinnova nella tenacia, nella necessità di non mollare mai nelle proprie attività e nella consapevolezza che anche nel quotidiano, nelle piccole e invisibili scelte che facciamo ogni giorno, c’è una grande responsabilità di cura che si può tradurre in qualcosa di veramente efficace per il bene delle persone che affrontano una malattia impegnativa come la sclerosi multipla».

 

Speciale e preziosa, come il Premio Rita Levi Montalcini, la sottolineatura della dottoressa Radaelli: «Questo Premio rappresenta un grande onore, per il quale quasi mi sento in difetto rispetto al vero eroismo che ho visto in tanti miei colleghi medici e in tanti infermieri dal mese di marzo. Per questo lo voglio condividere con tutti i medici e gli infermieri di questi nostri territori martoriati che, negli ospedali, hanno lottato con le unghie e con i denti contro il Covid-19. In un anno drammatico per tutti, per noi medici, per i cittadini, per le persone con SM questo è un grande riconoscimento e ci dà ancora la forza di andare avanti in questi momenti difficili».

Chi sono le tre ricercatrici del Premio Rita Levi Montalcini 2020

Cinzia Cordioli

E’ neurologo presso il Centro Clinico Sclerosi Multipla, ASST Spedali Civili di Brescia, presidio di Montichiari. È un’esperta nella ricerca sulla sclerosi multipla e in particolare in studi clinici sulla SM. La ricerca della dottoressa Cinzia Cordioli è focalizzata sulla diagnosi e sulla cura della sclerosi multipla con immunomodulatori, immunosoppressori e anticorpi monoclonali, ed è membro del comitato in carica di aggiornamento della procedura per l’assegnazione del punteggio EDSS secondo standard internazionali. La dottoressa Cordioli è autore e coautore di più di 55 articoli in riviste peer-reviewed. È stata relatrice su invito per numerosi convegni scientifici a livello nazionale e internazionale

 Lucia Moiola

E’ neurologa, esperta in sclerosi multipla. Dal 2011 è Coordinatore del Centro per la sclerosi multipla del Dipartimento di Neurologia presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. Dal 2009 è professore per la Scuola di Specializzazione in Neurologia del Università Vita-Salute San Raffele, Milano. La dottoressa Moiola è coinvolta in molti progetti di ricerca sulla SM e in studi clinici, inclusi studi osservazionali di fase IV post marketing come quelli sulla SM pediatrica. Negli ultimi due anni, l’interesse di ricerca della dottoressa Moiola è incentrato sulle infezioni associate ai trattamenti modificanti la malattia (DMT) e la sua prevenzione. Inoltre, ha esperienza di malattie infiammatorie del sistema nervoso centrale, in particolare vasculite primaria e secondaria del sistema nervoso centrale, soprattutto il Neurolupus.

La dottoressa Moiola è autore e coautore di oltre 100 articoli in riviste peer-reviewed.

È stata relatrice su invito a livello nazionale a conferenze scientifiche internazionali; fa parte del comitato di revisione per le riviste scientifiche Journal  of Neurology , Multiple Sclerosis Journal e altre.

Marta Radaelli

​E’ neurologa esperta di sclerosi multipla presso l’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo. La dottoressa Radaelli è coinvolta in progetti di ricerca sulla SM e in studi clinici su trattamenti che modificano la malattia della SM, inclusi studi post marketing.

Nei suo studi di ricerca è particolarmente interessata alla terapia con cellule staminali per la SM e ha partecipato a studi sulle cellule staminali ematopoietiche, mesenchimali e neurali.

Negli ultimi 5 anni è stata coinvolta in un progetto internazionale sulle tecnologie indossabili per determinare l’utilità e la fattibilità del monitoraggio remoto nella valutazione della progressione della disabilità e dello stato emotivo nei pazienti con SM e anche in un progetto italiano sullo stesso argomento specifico per la SM. La dottoressa Radaelli è autore e coautore di più di 55 articoli su riviste peer-reviewed.