Giornata nazionale delle periferie urbane: al via la nuova campagna nazionale itinerante di Legambiente “Che caldo che fa! Contro la cooling poverty: città + fresche, città + giuste”…
In Italia da fine maggio a giugno 2025 emessi 21 bollettini indicanti 23 “livelli 3” per ondate di calore. A pagarne lo scotto sono soprattutto quartieri e periferie.
Bollino rosso per Roma, dalle 31 termofoto scattate da Legambiente nei quartieri Garbatella e Don Bosco registrata una temperatura ambiente media rispettivamente di 35,4°C e 37,9°C. Oggi flash mob dell’associazione nella Capitale.
Nelle città italiane fa sempre più caldo, soprattutto d’estate. Nella Penisola da fine maggio al 20 giugno 2025, sono stati emessi dal Ministero della salute ben 21 bollettini giornalieri indicanti 23 “livelli 3” il livello massimo di allerta, per ondate di calore e caldo eccessivo. Dieci le città da bollino rosso: Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Latina, Perugia, Roma, Torino. Una fotografia preoccupante dove a pagarne lo scotto sono soprattutto quartieri e periferie più densamente abitati. Senza contare che le temperature elevate possono causare danni alla salute fino alla morte. Lo scorso anno, sempre stando ai dati del Ministero della Salute sono stati emessi 359 bollettini rossi/livello di allerta 3 (il massimo) nelle 27 città monitorate e l’eccesso di mortalità, ossia i decessi in più rispetto al totale atteso per tutto il periodo estivo del 2024, a carico delle classi di età più anziane (85+ anni), è stato notevole sia al Nord (+8%) che al Centro-Sud (+9%).
È quanto denuncia Legambiente che oggi da Roma dà il via alla sua nuova campagna nazionale “Che caldo che fa! Contro la cooling poverty: città + fresche, città + giuste”, realizzata con il supporto di Banco dell’Energia, per affrontare il problema della “cooling poverty”, ancora poco conosciuto. Obiettivo della campagna, articolata in cinque tappe (Roma, Napoli, Bologna, Milano e Palermo) e che vedrà anche la partecipazione della Croce Rossa Italiana, è quello di portate in primo piano quei quartieri in cui le alte temperature sono rese ancora più insostenibili dalla mancanza di infrastrutture, spazi verdi e servizi adeguati ad affrontarle, e di chiedere interventi puntuali e precisi per città e periferie più fresche e giuste.
I dati sui monitoraggi su Roma
Prima osservata speciale della campagna “Che caldo che fa!” è Roma e due suoi quartieri simbolo, la Garbatella e Don Bosco, dove Legambiente il 18 e il 19 giugno ha realizzato 31 termografie. Le termofoto scattate nelle ore più calde della giornata, in un areale di circa mezzo chilometro quadrato (rispettivamente di 0,65 km2 per Garbatella e di 0,43 km2 per il Don Bosco) dove si trovano farmacie, supermercati, fermate di bus, piste ciclabili e parchi, hanno rilevato una temperatura media rispettivamente di 35,4°C e di 37,9°C; mentre quella massima registrata al suolo ha toccato i 68°C in una pista ciclabile a Don Bosco. Temperature altrettanto alte, di 52,2°C, alla fermata del bus Giulio Agricola e al parcheggio antistante la Regione Lazio, 53,7°C. Situazione migliore nei luoghi ombreggiati dove la temperatura al suolo rilevata è stata di ben 15°C in meno.
I dati dei monitoraggi sono stati presentati oggi al Parco della Garbatella da Legambiente che ha aperto la mattinata con un flash mob. Al grido “Siamo al limite. Ebollizione globale”, Legambiente ha installato un termometro gigante con quattro livelli di caldo – verde “Caldo sopportabile”, Giallo “Caldo anomalo”, Arancione “Ondate di calore”, Rosso “Ebollizione globale” – per richiamare l’attenzione sul tema delle alte temperature al centro della campagna e avanzare le sue proposte.
Proposte Legambiente per città + fresche + giuste
A livello nazionale, l’associazione ambientalista chiede di approvare un piano di adattamento climatico, con un focus specifico sulle città, che preveda misure che vanno da interventi di rigenerazione urbana in grado di attutire gli effetti di questo fenomeno, a partire dall’aumento di aree verdi, delle infrastrutture blu e di ombreggiature, fino all’attivazione di servizi a supporto delle fasce più esposte, per età, aspetti sanitari o sociali e l’implementazione di servizi di allerta e supporto sanitario. A livello locale, nel caso specifico di Roma, l’associazione ambientalista chiede interventi a Piazza San Giovanni Bosco, per mitigare l’effetto delle isole di calore, e al parcheggio antistante la Regione Lazio (attualmente completamente al sole e caso emblematico come parcheggi pubblici, così come fermate del TPL esposte al sole e in generale luoghi di attesa per gli uffici pubblici, necessitino di coperture adatte a fornire ombreggiamento). Infine, Legambiente chiede modifiche al Regolamento Edilizio, attraverso delle percentuali obbligatorie di superfici permeabili negli spazi cittadini privati e pubblici (parcheggi, cortili, piazze) e di recupero, riutilizzo e risparmio di acqua negli edifici, in tutti i casi di nuova costruzione e ristrutturazione di edifici e lotti. I materiali da utilizzare per le pavimentazioni negli spazi urbani pubblici e privati non devono superare determinati coefficienti di riflessione, così come l’inserimento di pensiline fotovoltaiche che permettano di ridurre gli effetti dell’eccessivo soleggiamento.
“Con la nostra nuova campagna “Che Caldo che fa!” – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – vogliamo mettere al centro il tema della cooling poverty, ovvero di come le alte temperature diventino del tutto insostenibili in alcune aree della città e per quelle persone che non possono accedere agli interventi o ai servizi per attenuarne gli effetti. Ad oggi, infatti, nei quartieri a basso reddito, la mancanza di spazi verdi e l’impossibilità spesso ad accedere a soluzioni di raffrescamento aumentano l’esposizione al caldo e il rischio di malori, mentre nei quartieri più benestanti si riscontrano condizioni migliori per mitigare il fenomeno: parchi e aree verdi, ventilazione naturale, accesso a impianti di climatizzazione. Le politiche di adattamento climatico nelle nostre città devono essere sviluppate con un approccio multidimensionale, per evitare che le misure adottate contribuiscano ad ampliare le disuguaglianze esistenti. Incrociare la mappatura delle isole di calore con quella della carenza di servizi e degli indicatori socioeconomici dei quartieri consente di identificare con precisione le aree urbane più vulnerabili da ogni punto di vista. Questo approccio integrato permette di progettare interventi mirati, capaci di prevenire e mitigare gli effetti dello stress termico su cittadine e cittadini già esposti a fragilità sanitarie, economiche o sociali.”
“Il caldo estremo non colpisce tutti nello stesso modo. Chi vive in periferia, in case non coibentate o senza aree verdi intorno, è molto più esposto ai rischi per la salute legati alle alte temperature – ha affermato Silvia Pedrotti, Responsabile di Banco dell’energia – Con questa campagna, al fianco di Legambiente, vogliamo portare attenzione su una forma di disuguaglianza ancora poco conosciuta, la cooling poverty, che colpisce le persone più fragili e le lascia senza difese di fronte al fenomeno delle ondate di calore estive. Intervenire subito è fondamentale per garantire condizioni di vita dignitose anche nei mesi più caldi e per non lasciare indietro nessuno”.
SOS caldo a Roma
La Capitale, sottolinea Legambiente, è una città sempre più da bollino rosso: secondo gli ultimi dati disponibili (2022, fonte Istat) a Roma la temperatura media ha raggiunto i 18,7°C, con un incremento di +3,1°C rispetto alla media 1971-2000 e più che doppio rispetto all’aumento medio nazionale rispetto al periodo preindustriale di +1,48°C. Sempre più frequenti anche le notti tropicali, durante le quali la temperatura minima non scende sotto i 20°C, mentre l’effetto isola di calore segna una differenza di 6,5°C tra le zone centrali e il quadrante est della città grazie alle aree verdi. Altro alert è rappresentato dagli eventi meteo estremi, che nella Capitale dal 2015 al 2024 hanno raggiunto quota 89 facendo di Roma il primo comune in classifica nella Penisola per eventi meteo estremi. Ai dati climatici, si aggiungono quelli socio-economici: se da una parte Roma è in linea con la media nazionale sul reddito medio (€24.243 al 2023), con un buon tasso di occupazione (70,4% contro il 62% in Italia), dall’altro lato nella Capitale il tasso di disoccupazione giovanile è oltre la media, con un 21,7% contro il 20,1% della media nazionale al 2023.
Monitoraggio quartiere Garbatella
16 le termografie realizzate da Legambiente, utilizzando una termocamera. Mappati 8 luoghi, tra cui parchi, piazze, farmacie, fermate del trasporto pubblico, ingressi di scuole e chiese. Qui la temperatura ambiente media è risultata pari a 35,4°C, con una temperatura massima registrata sulla sagoma di 66,8°C, dopo che era stata lasciata qualche minuto sullo scivolo in un’area giochi del parco Cavallo Pazzo. Nei pochi luoghi più freschi del quartiere, dalle termofoto si registrano differenze di temperatura di quasi 15°C (tra zona ombreggiata e al sole del parco Cavallo Pazzo), e 24°C (tra zona ombreggiata e al sole della fermata del bus). La sagoma di cartone, posizionata in una zona ombreggiata a lato di una farmacia e pochi minuti dopo su una panchina al sole di fronte alla stessa farmacia, ha visto un aumento di temperatura di 19°C.
Monitoraggio quartiere Don Bosco
15 le termografie realizzate da Legambiente in 10 luoghi diversi. Anche qui sono stati mappate con la termocamera piazze, piste ciclabili e viali alberati. La temperatura ambiente media registrata è stata di 37,9°C, mentre la temperatura massima al suolo ha toccato i 68°C, rilevata su una pista ciclabile completamente priva di ombra. Nel quartiere, a valle delle termografie, è risultato che una delle zone più fresche per la sagoma è stata la zona centrale di una carreggiata, completamente ombreggiata da alberi molto alti, ma ad oggi “convertita” in un parcheggio improvvisato: lì la temperatura della sagoma è stata di 33°C, 13,4°C in meno di quelli poi raggiunti dalla sagoma una volta posta in piazza San Giovanni Bosco sotto al sole. Temperature sulla sagoma ancora più alte sono state registrate presso la casetta dell’acqua in piazza, a 51°C, e presso la fermata del bus Giulio Agricola, a 52,2°C, quasi 20°C in più alla prima temperatura.
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