A PASQUA DANNO DA 650 MILIONI PER I PUBBLICI ESERCIZI

Secondo un’indagine del Centro Studi Fipe, l’80% degli italiani avrebbe gradito poter acquistare i piatti da asporto della tradizione pasquale nel proprio ristorante di fiducia. L’unica alternativa è il delivery, ma solo il 14,5% dei ristoranti è attrezzato.

Una Pasqua insolita anche per i pubblici esercizi italiani che, a causa del lockdown, vedono le loro attività chiuse con un danno economico che per i soli giorni di Pasqua e Pasquetta è quantificabile in almeno 650 milioni di euro. Sospese le attività delle pasticcerie, le gite fuori porta, i pranzi della tradizione nei ristoranti, a cui è stata impedita anche la vendita per asporto di piatti pronti, ammessa invece per attività commerciali simili. Secondo un’indagine del Centro Studi Fipe una larghissima maggioranza di Italiani, circa l’80%, avrebbe gradito poter acquistare i piatti da asporto della tradizione pasquale nel proprio ristorante di fiducia. A causa delle misure restrittive in corso, oltre 6 milioni di italiani dovranno rinunciare al pranzo di Pasqua al ristorante, ma anche alla consuetudine di acquistare qualche piatto speciale della tradizione pasquale.

L’unica alternativa praticabile rimane il delivery. Tuttavia solo il 14,5% dei ristoranti è attrezzato per questo servizio da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus ed è stata decisa la chiusura dei ristoranti. Ecco perché l’offerta non sarà in grado di fronteggiare la domanda. Il trend è comunque in crescita, come  confermato dai numeri di Ristoacasa.net, la vetrina digitale della ristorazione italiana lanciata da Fipe proprio per aiutare gli imprenditori a sviluppare al meglio il servizio a domicilio, dando visibilità anche a chi per la consegna fa leva sulle proprie forze. La piattaforma conta, a pochi giorni dall’avvio, già quasi mille attività di ristorazione e cresce al ritmo di 40/50 nuove iscrizioni al giorno.

“Migliorare il delivery – dichiara Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe Confcommercio – è un modo per continuare a stare vicino ai clienti in un giorno importante come la Pasqua e anche per tenere vive le aziende. Allo stesso tempo ribadiamo che è necessario puntare con decisione al programma di riapertura dei pubblici esercizi, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza dei protocolli sanitari che adotteremo, perché è a rischio, insieme a migliaia di posti di lavoro e di aziende, il futuro stesso della ristorazione italiana”.