Droghe, prostituzione e mafie. Amministratori che gestiscono -male- solo l’esistente?

Una recente operazione della Procura di Firenze, ha messo a nudo come in questa città -come in tante altre- la criminalita’ organizzata non risparmi nessuno. Nello specifico, essendo coinvolto un importante esercizio commerciale del centro città, il clamore e’ stato maggiore del solito, e il Sindaco della citta’ ha dato buona prova di se’ come guardiano della legalità. Ma la questione -a nostro avviso- è sempre trattata con carenza di prospettive: Il Sindaco di Firenze invita a prevenzione e vigilanza, facendo appello a tutti. Ma tutti chi e come? Se e’ chiaro per magistratura e polizia, che’ sono preposti al rispetto delle leggi esistenti, non si capisce come dovrebbe essere per i cittadini comuni e quelli rappresentanti dei cittadini, legislatori e amministratori. Per i cittadini sembrerebbe quasi un invito a non usare i prodotti della malavita (droghe illegali e prostituzione, essenzialmente), e un invito alla segnalazione alle autorità quando si è -giocoforza- informati/coinvolti. Per legislatori e amministratori, invece, oltre il ruolo di lamentarsi e fare la voce grossa e dura caso per caso (come fa il nostro Sindaco), magari anche promuovendo e partecipando a specifiche iniziative di informazione, non si capisce dove sarebbe prevenzione e vigilanza; anche perche’, per il consumo di droghe e prostituzione, non sembra che l’invito al non-uso abbia molto successo, anzi. Il nostro Sindaco, nella fattispecie di droghe illegali e prostituzione, anche se a singhiozzo fa proclami di legalizzazione, di fatto è fermo e -di conseguenza- complice dell’esistente: sulla prostituzione ha raccolto risultati zero visto che ha ottenuto solo lo spostamento della stessa da alcune zone ad altre che non fossero sotto l’egida delle reprimende amministrative (e non avrebbe potuto essere altrimenti); sulle droghe illegali, stesso zero, senza neanche la parvenza di aver fatto qualcosa.
Ma cosa puo’ fare un amministratore locale? Tanto. Non e’ un legislatore ma, al pari e meglio del comune cittadino che vuole contribuire al processo legislativo, ha diversi strumenti per potesi muovere. Un esempio: la citta’ di Firenze si e’ molto spesa per l’approvazione della legge sul cosiddetto omicidio stradale (a nostro avviso: legge infausta, inutile e architettura di mostruosita’ giuridica e anticostituzionale). Perche’ non viene fatto altrettanto per prostituzione e droghe? E non si tratterebbe neanche della famosa “mosca bianca” nel mondo, visto che in materia abbiamo diversi riferimenti in Europa e Usa, dove diverse citta’ hanno avviato esperimenti pilota con buoni risultati (solo per l’Europa: Germania, Svizzera, Portogallo, Spagna, Gran Bretagna, Paesi Bassi e -per le stanze del consumo di droghe pesanti- anche la super-proibizionista Francia).
E’ solo questione di scelte. Che non vengono fatte. I particolari per la messa in opera sono molteplici, a partire da iniziative di informazione fino a veri e propri esperimenti, magari anche sul filo del rasoio della legislazione vigente.
Ma sembra che sia piu’ facile -quanto di fatto marginale- fare il muso duro istituzionale e di apprezzamento della repressione. Carenza di prospettive, per l’appunto! E intanto facciamo la conta del business delle mafie. Quale sara’ il prossimo?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc