Concorso a cattedra, la storia infinita dei vincitori non assunti

Se un docente già abilitato all’insegnamento vince un concorso pubblico per essere assunto e il posto è libero, perché deve rimanere escluso? È l’interrogativo che si pongono migliaia di candidati, i cosiddetti “idonei fantasma”, che hanno partecipato con successo alla selezione dello scorso anno, per poi rimanere incredibilmente al palo, per via di una norma blocca-assunzioni prevista dallo stesso D.M. 93/2016. In pratica, questi docenti si sono preparati, hanno partecipato e superato tutte le prove concorsuali, ma non rientrando nel 10% aggiuntivo dei posti banditi risultano estromessi. Ciò malgrado vi siano, questa è la beffa, le cattedre dove collocarli.

Per questo motivo i parlamentari del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura di Camera e Senato hanno presentato una interrogazione a prima firma dell’on. Maria Marzana, nella quale sostengono che la “procedura è assolutamente discriminatoria: chi risulti ‘idoneo’, come afferma anche la sentenza del Consiglio di Stato n.14 del 2011, è un vincitore potenziale ed è ‘meritevole’ di essere inserito nelle GM, così da poter ricevere proposta di stipula di contratto a tempo indeterminato in virtù del naturale ‘scorrimento’ delle suddette graduatorie. Lo sbarramento del 10% è infatti illegittimo, considerato che le modalità di assunzione del personale docente avvengono secondo quanto disposto dall’art. 399 del D.Lgs. 297/1994. Ovvero, mediante l’assegnazione del 50% dei posti ai docenti inseriti nelle graduatorie concorsuali regionali (GM) e del restante altro 50% dei posti ai docenti inseriti nelle graduatorie provinciali a esaurimento (GAE)”.

Pertanto i parlamentari chiedono “al ministro Fedeli di pubblicare le graduatorie di merito regionali per ogni ordine e grado complete con i nominativi di tutti i candidati che hanno superato le prove concorsuali e se intenda prolungare la decorrenza della validità delle suddette graduatorie. La Legge 107 infatti prevedeva che tali graduatorie avessero validità triennale, ma a causa dei ritardi procedurali e dei ricorsi presentati, in alcuni casi queste sono state pubblicate solo da pochi giorni”.

In estate, il Consiglio di Stato, ha sentenziato a favore dei docenti della scuola secondaria in queste condizioni, chiedendo agli Uffici Scolastici Regionali di riformulare delle nuove graduatorie dei concorsi, denominate di ‘merito’, comprendenti gli “idonei oltre la soglia del 10%”: il Collegio ha, infatti, rilevato come “l’appello appare sorretto da sufficienti elementi di fondatezza” ponendo particolare attenzione anche “alla questione relativa alla necessità di non considerare nelle graduatorie coloro che risultino vincitori nell’ambito delle distinte graduatorie per classi congressuali aggregate” e rimettendo al Tribunale Amministrativo di primo grado l’onere di una celere e definitiva risoluzione nel merito della questione. A seguire, il Tar non ha esitato a ribadire quanto espresso dal Consiglio di Stato, confermando la fondatezza della tesi di rinnovamento delle graduatorie con al loro interno i docenti idonei, prescindendo da qualsiasi “tetto”.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, “è giunto il momento di sanare la medesima situazione per i docenti del concorso della Scuola Primaria e Infanzia. Il Miur deve rendersi conto che la soglia del 10% non ha motivo di esistere, perché lede il diritto degli idonei esclusi dalla possibilità di essere assunti a tempo indeterminato. E questo prescinde dal grado di istruzione, quindi anche per infanzia e primaria. Bisogna fare in fretta, perché c’è anche il rischio che una volta superati i tre anni dalla pubblicazione delle prime graduatorie queste possano decadere”, conclude il presidente Anief.