REFERENDUM COSTITUZIONALE. UN «NO» MOLTO NETTO

La campagna elettorale per il referendum costituzionale, che si svolgerà ad ottobre, è già cominciata. Il governo Renzi, che sinora aveva ostentato sicurezza, ora, dopo le varie iniziative della magistratura che hanno interessato parecchi dirigenti del principale partito della coalizione, il Partito Democratico, e dopo il manifestarsi nelle piazze del malcontento popolare, che spesso è sfociato nella contestazione energica della politica portata avanti dal Presidente del Consiglio, tradottasi in un grave peggioramento delle condizioni di vita della gente comune, sente il terreno franare sotto i piedi e mette in campo ogni mezzo per convincere i cittadini a votare «si». Assistiamo, dunque, ad un uso spregiudicato dei mass-media, compresi quelli pubblici, alla scesa in campo dei poteri forti, di matrice imprenditoriale e finanziaria, nonché delle lobbies universitarie, che cercano in tutti i modi di puntellare il governo in carica. Tutto questo apparato propagandistico ha lo scopo di sminuire la portata del referendum di ottobre, presentato come un passaggio obbligato sulla via delle “riforme” istituzionali, come l’occasione per risparmiare tempo e denaro, eliminando il sistema della doppia lettura delle leggi, alla Camera e al Senato, diminuendo il numero complessivo dei parlamentari, togliendo alle Regioni e agli altri enti locali ogni mezzo per “sperperare” soldi pubblici.
Ma la posta in gioco è ben più alta. Si sta portando oggi a compimento un progetto progressivamente attuato negli anni, volto a creare un regime autoritario, imperniato su una sola persona, sostenuta dai potentati economico-finanziari, nazionali e internazionali, e finalizzato all’eliminazione dei residui diritti democratici ancora spettanti ai cittadini. Un regime in grado di reprimere ogni conflitto sociale, attraverso un sistema istituzionale nel quale la rappresentanza delle varie istanze presenti nel Paese viene fortemente ridimensionata o completamente cancellata. Tra l’altro la legge elettorale varata ha lo scopo principale di escludere dalla rappresentanza parlamentare ogni forza autentica di sinistra.
Il cittadino conta poco. Se passa il progetto di Renzi e del Partito Democratico, non conterà nulla. Le decisioni verranno prese ancor di più nelle segrete stanze del potere. Sarà difficile, per mancanza di strumenti idonei, opporsi alla deriva reazionaria.
Questa è la vera posta in gioco: difendere la democrazia, oppure assecondare la svolta autoritaria del Paese. Per questo motivo il Centro Studi «Nino Pino Balotta» invita tutti i cittadini di spirito democratico a dire «no» alla controriforma in atto, a mobilitarsi per far conoscere alla gran massa degli elettori le ragioni dell’opposizione ad un regime ingiusto e antidemocratico.

UN «NO» FORTE E CHIARO PER MANDARE A CASA RENZI E IL SUO GOVERNO, PER FAR IMPLODERE IL PARTITO DEMOCRATICO E LIBERARCI DI QUESTO MOSTRO POLITICO!

Antonio Catalfamo
Centro Studi «Nino Pino Balotta»