Concorso a cattedre, pasticcio pure per i docenti di sostegno: esclusi 5mila abilitandi in procinto di acquisire il titolo

Sui posti del concorso a cattedra riservati al sostegno è stato combinato l’ennesimo pasticcio: il Miur non solo ha bandito pochi posti, ma anche precluso l’accesso alla stragrande maggioranza di coloro che, a partire dallo scorso mese di luglio, hanno iniziato il percorso di specializzazione attraverso il secondo ciclo Tfa sostegno (anno accademico 2014/2015). Quasi tutti coloro che si stanno formando come docenti di sostegno, attraverso il bando 2015 per 5.857 posti, dovranno così attendere anni prima di poter tentare la strada del concorso pubblico nazionale.

In base a quel che risulta al sindacato, solo gli abilitandi iscritti all’Università di Siena e di Firenze (tra il 26 febbraio e il 5 marzo 2016) riusciranno a concludere il percorso formativo in modo utile per partecipare alla selezione: per tutti gli altri, invece, si prevedono tempi più lunghi. Conseguiranno il titolo di docenti di sostegno solo qualche giorno o settimana dopo. Ma poiché quel titolo è imprescindibile per svolgere le prove concorsuali, va presentato entro la data di scadenza per iscriversi al concorso a cattedre, rimarranno fuori dal concorso. Bastava prevedere il loro accesso con riserva, ma dalle bozze in via di approvazione della Corte dei Conti non risulta che sia stato fatto.

Per partecipare ad una “competizione”, tra l’altro, che si preannuncia anche sin d’ora impostata su numeri sottodimensionati. Perché, scorrendo i dati emessi dal Miur sui numeri e le modalità del concorso, si evince che per la scuola dell’Infanzia sono previsti appena 304 posti di di sostegno a fronte di 7.237 totali. Alla primaria, 3.799 di sostegno su 21.098 complessivi. Nella secondaria di primo grado solo 975 cattedre di sostegno su 16.616. Non va molto meglio alla secondaria di secondo grado, dove sono stati programmati 1.023 posti a cospetto di 18.255. Il totale delle cattedre destinate dal Miur ai docenti specializzati nell’insegnamento agli alunni disabili, attraverso il concorso a cattedre, è quindi pari a 6.101.

A fronte di questi numeri ufficiali, il sindacato pone pubblicamente al Ministero dell’Istruzione una serie di domande. Perché, innanzitutto, si continua a non tenere conto del fatto che ogni anno vengono annualmente sottoscritte oltre 30mila supplenze annuali, quest’anno sembra addirittura oltre 40mila, seppure in deroga ma comunque sempre su posti a tutti gli effetti liberi? Perché non si è prevista la possibilità di far accedere al concorso a cattedre gli oltre 5mila docenti che stanno concludendo il percorso specializzante sul sostegno, considerando anche che il ritardo del conseguimento del certificato finale è legato ai tempi elefantiaci delle procedure di avvio non certo imputabili a dei corsisti che hanno, tra l’altro, dovuto sborsare oltre 3mila euro di retta d’iscrizione?

C’è poi un altro aspetto che lascia a dir poco perplessi. Quello della scelta di assumere in un comparto, il sostegno, con le “vecchie” regole: che senso ha continuare ad attuare un reclutamento tradizionale, dal momento che il Governo è stato incaricato, attraverso la Legge 107/2015, di realizzare una legge delega di riforma per migliorare l’offerta formativa a degli alunni in numero crescente, che andrà a stravolgere l’insegnamento del sostegno e l’esercizio professionale dei suoi docenti?

“Come Anief – spiega il suo presidente nazionale Marcello Pacifico – non possiamo che farci portavoce dello sconcerto di migliaia di specializzandi sul sostegno, a cui viene negata, per poche settimane di mancata coincidenza, la possibilità di giocarsi le carte dell’assunzione immediata attraverso il pubblico concorso in via di emanazione. Questi docenti, infatti, hanno superato una dura selezione e si stanno formando con sacrifici, dopo aver pagato oltre 3mila euro per l’iscrizione. Ora, giustamente, si sentono traditi”.

“Come si sentono traditi tutti gli abilitandi nelle discipline curricolari, sempre iscritti ai vari corsi universitari ed in procinto di vedersi rilasciare il titolo. Per tutti costoro, che stanno concludendo il ciclo abilitante all’insegnamento, su cattedra ‘normale’ o su sostegno, speriamo vivamente che il bando preveda un accesso al concorso con riserva. Altrimenti – conclude Pacifico – lo procureremo noi, attraverso le vie legali già adottate con successo negli anni passati per circostanze concorsuali parallele”.

A ridosso della imminente pubblicazione dei bandi – come già indicato per le illegittime esclusione dei i giovani laureati, dei precari non abilitati con 36 mesi di servizio e dei docenti di ruolo – il sindacato Anief renderà pubbliche le modalità per partecipare comunque al concorso: tutti i candidati esclusi, pur se in possesso dei titoli di studio e di quelli abilitandi all’insegnamento, verranno informati su come impugnare il bando che li vede ingiustamente esclusi dal concorso a cattedre.