Piano straordinario assunzioni: il Miur rifiuta le domande cartacee di 9mila docenti abilitati

Sorprende la decisione presa in queste ore dal Ministero dell’Istruzione di pubblicare un avviso – indirizzato “agli aspiranti alle fasi nazionali del piano straordinario di assunzioni di personale docente previsto dalla Legge 107 del 13/07/15 che hanno prodotto domanda/diffida in forma cartacea” – per sottolineare che l’accesso alle immissioni in ruolo previste dalla riforma rimane riservato, “in forma tassativa ed esclusiva”, ai precari che hanno presentato “domanda, esclusivamente per il tramite della apposita funzione presente nell’area «Istanze on-line»”. Nell’avviso ministeriale, non c’è alcun accenno al fatto che solo con Anief hanno inviato la domanda, in formato cartaceo perché il sistema on line non lo permetteva, oltre 9mila insegnanti precari abilitati ed in possesso dei medesimi titoli dei colleghi invece collocati tra gli aventi diritto.

Eppure, già in passato il Miur ha impedito inutilmente a dei docenti di poter presentare domanda on line. Come è accaduto in occasione dell’ultimo concorso a cattedra, bandito con D.D.G. n. 82 del 24 settembre 2012, con il quale sono si è proceduto al reclutamento del personale docente nelle scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado: da quel bando risultava che non avrebbero potuto partecipare tutti i laureati dopo il 2002. Ma in quell’occasione, Anief ha permesso a molti dei candidati esclusi, malamente dal Miur, di partecipare al concorso, con riserva, incassando successivamente prima l’assenso dei tribunali – con sentenza emessa dal TAR Lazio n.10528/2014, il successivo Decreto Collegiale TAR Lazio n. 3417/2015 e conferma definitiva da parte del Consiglio di Stato n. 2202/2015 – e poi anche il via libera degli Uffici scolastici regionali del Miur. Che in tal modo hanno dovuto ammettere l’errore commesso dall’amministrazione centrale. E questo è solo un esempio delle tante esclusioni illogiche dei precari.

“La decisione del Ministero di scrivere ai docenti candidati al piano straordinario di assunzioni nella scuola – sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief – ci lascia a dir poco perplessi. Perché rappresenta una mancanza di rispetto per l’operato dei tribunali. I quali, per legge, sono deputati a decidere sui diritti di tante migliaia di ricorrenti aspiranti all’immissione in ruolo. La posizione del Miur diventa ancora più discutibile dal momento che le sentenze passate hanno dato piena ragione alla linea intrapresa dal nostro sindacato. Pertanto, appare improvvida questa espressione dell’ufficio contenzioso, quasi si vogliano orientare i docenti ricorrenti verso una pronuncia negativa sulla richiesta di ammissione al piano di assunzioni in ruolo”.

“Ancora di più – continua Pacifico – dopo che sino ad oggi sono andati perse oltre 10mila assunzioni sulle prime 48mila della riforma, la maggior parte delle quali nella fase B. Tanti di quei docenti precari abilitati, a cui il Miur si ostina nel negare l’accesso al piano di assunzioni, avrebbero impedito che così tante assunzioni – ad esempio su sostegno e matematica – sfumassero perchè nelle GaE e nelle graduatorie di merito non vi sono più candidati. Come più volte invocato dall’Anief, avvalendosi delle chiare direttive europee sulla materia, sarebbe bastato accludere nella Legge 107/15 la possibilità di assumere anche i docenti abilitati con Tfa, Pas, Scienze della formazione primaria, all’estero e con diploma magistrale. Tutti collocati nelle graduatorie d’istituto, ma che l’amministrazione ha destinato a fare i supplenti a vita o a partecipare all’ennesimo concorso, pur essendo in possesso degli stessi titoli e servizi dei colleghi assunti”.

“Ad aggravare il quadro, è il fatto che nelle prossime settimane, quando perverranno le richieste di organico “potenziato” formulate dai Collegi dei docenti, il numero di assunzioni perse diventeranno molte di più. Siamo ai limiti dell’assurdo: lo Stato prima seleziona e forma i suoi docenti, ma poi gli impedisce la stabilizzazione. Pur in presenza di posti liberi e vacanti. A fronte, poi, delle legittime rivendicazioni in tribunale da parte di questi docenti, il Ministero preposto continua ad ignorarli. Continuando a trattarli come degli invisibili. Lasciando ancora una volta ai giudici – conclude Pacifico – il compito di rendergli giustizia”.