SCUOLA: NO ALLA “DEPORTAZIONE” DEI PRECARI. DOPO IL DANNO ANCHE LA BEFFA

La Buona Scuola di Renzi è una realtà che sembra non piacere a nessuno, né a chi a scuola ci lavora, né a chi a scuola ci va o ci manda i propri figli. In tema di assunzioni, fiore all’occhiello del Governo per risollevare consensi in picchiata, si stanno registrando malcontenti e proteste da parte dei docenti. Questo perché si rischia di assistere ad una sorta di “deportazione” degli insegnanti: i supplenti del meridione con punteggio più alto, ad esempio, stante la carenza di posti al Sud , se accetteranno le cattedre verranno con molta probabilità trasferiti in destinazioni lontane, senza neanche sapere per quanto tempo, oppure costretti ad aspettare qualche altro anno per ottenere la cattedra fissa, mentre i colleghi posizionati in fondo alle graduatorie – quelli che, per intenderci, potrebbero anche non avere mai insegnato – troveranno posto vicino casa e da subito. Ecco allora che i ricorsi giurisdizionali in favore dei precari della scuola, ora più che mai, rappresentano l’unica vera strada per avere giustizia: già in 2000 hanno vinto la propria causa con il Codacons e le sentenze dell’ultimo anno, dopo l’uscita della Corte di Giustizia Europea del 26 novembre 2014, danno tutte ragione ai precari che non hanno voluto arrendersi. Si cita, a titolo esemplificativo, una clamorosa sentenza del Tribunale di Siena che ha dichiarato la nullità del termine apposto ai contratti di supplenza di un docente precario e disposto la trasformazione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro, condannando il Miur al pagamento di €.80.422,99 complessivi, con la seguente motivazione: “Quale il rimedio che il legislatore appresta (…) al fenomeno abusivo rivelato? La stabilizzazione, non il risarcimento dei danni patiti. Per non tacere della gravissima anomalia, di discriminazione foriera, che verrebbe a introdursi nel momento in cui, a fronte di necessarie assunzioni, si intenda misconoscere senza risarcimento o con risarcimento insufficiente o comunque di dubbia determinazione, quel diritto all’assunzione reclamato a buon diritto dalla platea del precariato scolastico, almeno superante il limite temporale di trentasei mesi come durata massima per i rapporti di lavoro a tempo determinato del personale scolastico (docente, educativo, amministrativo tecnico e ausiliario) per la copertura di posti vacanti e disponibili presso le istituzioni scolastiche ed educative statali da considerarsi complessivamente, anche non continuativi”. E’ dunque ancora possibile ottenere la stabilizzazione nella scuola, senza alcuna “deportazione”, e fino a 100.000 euro di risarcimento danni, aderendo all’azione lanciata dal Codacons, alla quale possono partecipare sia coloro che intendono accettare la destinazione disposta dal Miur, che coloro che non la accetteranno, o, semplicemente, che non rientreranno nel nuovo piano assunzioni. Per info www.codacons.it