EUROMELANOMA DAY 2015: 8 e 9 MAGGIO CONSULTI GRATUITI

In Italia si registrano ogni anno dai 6 ai 15 nuovi casi di melanoma ogni 100.000 abitanti, con un’incidenza crescente da Sud a Nord. Questo uno dei dati emersi da un recente studio epidemiologico italiano che ha preso in esame 1.472 pazienti affetti da melanoma provenienti da Nord, Centro e Sud Italia. Un dato in parte spiegabile con il fatto che i pazienti residenti nelle regioni settentrionali hanno in media un fototipo più chiaro (II-III), fanno maggiore uso di lampade abbronzanti e riportano più spesso una storia di ricorrenti scottature solari soprattutto in età infantile. I risultati registrati, inoltre, mostrano che i pazienti del Sud, nonostante i melanomi in media più aggressivi, hanno una minore abitudine a rivolgersi al dermatologo. Quelli delle regioni centrali, infine, presentano una maggiore tendenza all’esposizione solare durante le ore più calde del giorno.

La SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse), quindi, attraverso l’Euromelanoma Day – la campagna europea di informazione sul melanoma e sui tumori della pelle – intende ribadire il monito a evitare comportamenti ad alto rischio come l’uso di lettini solari, l’esposizione al sole senza adeguata protezione solare e nelle ore con maggiore indice di raggi UV.

L’8 e il 9 maggio torna, infatti, l’appuntamento con l’Euromelanoma Day, una due giorni dedicata alla prevenzione dei tumori della pelle che si avvale della consulenza di specialisti dermatologi, con l’obiettivo di informare e sensibilizzare la popolazione sui rischi derivanti da una cattiva educazione alla fotoprotezione e sulla necessità di misure preventive nel nostro Paese. La popolazione italiana, infatti, caratterizzata da fototipo chiaro prevalente, alto numero di nevi per paziente e alta frequenza di scottature solari, è a forte rischio melanoma1.

Ketty Peris, Direttore della Clinica Dermatologica Università Cattolica del Sacro Cuore Policlinico A. Gemelli di Roma
“Le scarse pratiche di fotoprotezione – sottolinea Ketty Peris – sono ancor più deleterie quando coinvolgono i più piccoli e, soprattutto, i figli di genitori affetti da melanoma o sopravvissuti ad esso. Questi bambini, infatti, presentano un rischio maggiore di sviluppare il tumore rispetto alla popolazione generale ma, come dimostra un recente studio svolto in California, sono esposti ai raggi ultravioletti e a scottature solari in maniera uguale o addirittura superiore alla media[2]. Ciò dimostra quanto ancora ci sia da fare nell’educazione all’esposizione solare”.

I numeri del melanoma in Italia – FONTE: Rapporto AIRTUM 2014
Fattori di rischio.
In Italia, il melanoma è il terzo tumore più frequente sia nei maschi che nelle femmine al di sotto dei 50 anni di età. La sua insorgenza è legata a fattori genetici, fenotipici, ambientali – tra i quali il più importante è rappresentato dall’esposizione ai raggi UV – e a una combinazione di questi. Tra i maggiori fattori di rischio ambientali, inoltre, il numero delle ustioni solari.

Incidenza, mortalità e sopravvivenza.
Il melanoma colpisce un uomo su 69 e una donna su 86 e la forma maligna è in costante aumento (+3,6% negli uomini e +3,7% nelle donne all’anno). La mortalità per melanoma è piuttosto remota, mentre la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi del melanoma maligno è aumentata negli ultimi vent’anni del 14% nei maschi e del 6% nelle femmine.

Diagnosi precoce: la regole dell’ABCDE
Fare autodiagnosi attraverso il controllo dei nevi rappresenta una delle misure preventive più importanti, grazie alla regola dell’ABCDE: Asimmetria della lesione; irregolarità dei Bordi; variazioni nel Colore; Diametro di 5 millimetri o più; Evoluzione. Qualora si noti uno di questi cambiamenti, o più di uno, è necessario rivolgersi immediatamente a uno specialista. L’autoanalisi, però, non può sostituirsi a periodiche visite di uno specialista dermatologo che, grazie a strumenti quali dermoscopia e/o epiluminescenza, è in grado di fare una diagnosi accurata e specifica.
Nel 70% dei casi, infatti, il dermatologo esegue una diagnosi clinica già ad una prima visita.