Nel 2015 il nuovo concorso per diventare preside, cade un tabù: varrà il servizio svolto da docenti precari

Nel 2015 si svolgerà l’atteso concorso per diventare dirigente scolastico: la comunicazione è stata fornita dal Ministero dell’Istruzione ai sindacati. Nei prossimi giorni partirà l’iter che poterà alla realizzazione del decreto da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, ma sui requisiti di accesso i giochi sono già fatti: per partecipare al concorso, che metterà a bando circa 2.800 posti, continueranno ad essere richiesti 5 anni di servizio di insegnamento. Solo che, riporta la rivista specializzata ‘Orizzonte Scuola’, per la prima volta “sarà compreso il servizio da precario, preruolo, alla data del bando”.

“Il concorso vero e proprio durerà circa 12 mesi cui seguiranno circa 6 mesi di corso. L’obiettivo è di poter assumere i nuovi presidi per il primo settembre 2016”. Inoltre, con ogni probabilità, “le prove si svolgeranno a Roma e ne sono previste 4: test di accesso, 2 prove scritte, prova orale”. Per quanto riguarda il test preselettivo, “è possibile che venga tolta la parte relativa a lingua e informatica. La prova sarà superata da un numero di aspiranti non superiore a tre volte quello dei posti messi a concorso”

Seguiranno “due prove scritte. Ad ogni prova sono assegnati fino a 100 punti ed il minimo per il superamento è di 70/100 per ciascuna. Chi supera entrambe le prove scritte sostiene un colloquio (anche questo graduato in centesimi). I titoli saranno valutati soltanto a coloro che avranno superato la fase concorsuale e saranno così distribuiti: metà titoli culturali e metà di servizio, per un massimo di 20 punti”.

I vincitori, infine, dovranno “seguire un corso con esame finale. Saranno ammessi al corso di formazione presso la SNA tanti candidati quanti sono i posti messi a concorso, maggiorati del 20%. Al termine del tirocinio si svolgerà un colloquio finale. La graduatoria sarà formata unicamente con i punteggi riportati durante la fase ‘concorsuale’. I vincitori del concorso potranno scegliere un certo numero di regioni per essere assunti e non più soltanto una. L’assunzione avverrà in base al punteggio e alla disponibilità dei posti”.

La novità più rilevante di questo nuovo concorso rimane quindi quella dell’accesso aperto anche ai candidati con meno di 5 anni di servizio di ruolo: “questo risultato rappresenta un’altra vittoria del nostro sindacato – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e presidente organizzativo Confedir –, raggiunta grazie alla sentenza 5011/2014 del Tar del Lazio, che ha stabilito che per partecipare al concorso per presidi può essere ritenuto valido anche il periodo di precariato perché equivalente a quello svolto dai colleghi di ruolo. In pratica, i giudici hanno appurato che il servizio prestato da precario o post-ruolo va considerato allo stesso modo: esattamente come avviene con i titoli accademici di accesso. Come confermato, su più ambiti, dalla Corte di Giustizia europea lo scorso 26 novembre”.

Un’altra sentenza del TAR Lazio, la n. 9729 del 16 settembre scorso, su ricorso ANIEF, ha stabilito che il servizio preruolo deve essere valutato come quello di ruolo, seguendo quanto statuito dalla Corte di Giustizia europea con la sentenza emessa nel procedimento C-177/10 pubblicata in data 8 settembre 2011.

“Ora anche i dirigenti del Miur hanno finalmente preso atto che non esiste alcuna ragione giustificata per discriminare i precari. Lo stesso parere, del resto, – continua Pacifico – era stato espresso dal Consiglio di Stato: prima, con la sentenza n. 4724 del settembre 2014, attraverso la quale è stato rigettato l’appello del Miur contro alcuni docenti, neo-immessi in ruolo con anni di precariato alle spalle: gli insegnanti hanno ottenuto la nomina a preside, dopo aver superato tutte le prove, proprio per l’incongruenza della legge italiana con la sentenza del 8/9/2011 della Corte di Giustizia europea sul procedimento C-177/10, in base alla quale il servizio preruolo deve essere valutato come quello di ruolo. Successivamente, nell’ottobre scorso, sempre i giudici di Palazzo Spada hanno respinto l’appello del Miur che chiedeva la sospensione cautelare della sentenza n. 5011/14 con cui gli avvocati Ganci e Mi‎celi, che difendevano la tesi dell’Anief, avevano ottenuto la validazione della partecipazione dei precari con cinque anni di servizio all’ultimo concorso per dirigenti scolastici”.

Ma l’Anief ritiene la presa d’atto da parte del Miur sui requisiti d’accesso ancora non completa. “Riteniamo, per gli stessi principi ripresi dai giudici nei vari gradi di giudizio, – continua il presidente del giovane sindacato – che per partecipare al concorso per diventare preside non sia indispensabile essere docenti di ruolo. Se un candidato è in possesso dei requisiti di accesso – la laurea, l’abilitazione all’insegnamento e gli anni di servizio – non ha alcun motivo per non essere ammesso alla selezione. E non significa nulla se ha un contratto a tempo indeterminato o no”.

“Qualora, quindi, nel bando che uscirà nelle prossime settimane, non dovesse essere inclusa questa possibilità, il nostro sindacato annuncia sin d’ora la volontà di ricorrere nelle sedi opportune. Il tempo delle discriminazioni tra personale di ruolo e precario – conclude Pacifico – è finito”.

Anief ricorda che Eurosofia, in collaborazione con Asasi, curerà la preparazione degli insegnanti al nuovo corso-concorso per dirigenti scolastici: esperti formatori saranno a disposizione dei corsisti per le verifiche e valutazioni periodiche attraverso test attitudinali ed esercitazioni in presenza.