SOLO UN SISTEMA EQUO ED EFFICIENTE PUÒ CONTRASTARE L’EVASIONE

«Efficienza, semplificazione, chiarezza nel rapporto tra Stato e contribuente, tutela dei diritti». Riassume così il Rettore dell’Università di Catania Giacomo Pignataro, l’annosa “questione” della Giustizia tributaria. Lo fa in un’occasione importante, che questa mattina (29 novembre) ha visto riuniti alcuni tra i principali rappresentanti a livello provinciale, regionale e nazionale per il convegno sul tema promosso dall’Associazione Magistrati tributari Amt (sez. Catania) e dal Dipartimento di Economia e Impresa, con il patrocinio dell’Ordine dei commercialisti di Catania, del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, dell’Associazione nazionale tributaristi italiani (sez. Sicilia Occidentale). Una riforma che si attende da oltre vent’anni per “difendere” il contribuente e contrastare l’evasione offre un quadro che non è dei più incoraggianti: «Solo se il sistema è ben gestito, seguendo principi di efficienza ed equità, può realmente funzionare», ha sottolineato il prof. Salvo Muscarà (Diritto Tributario e presidente f.f. A.N.T.I. sez. Sicilia Orientale), ribadendo che «i tempi sono lunghi, c’è troppa burocrazia e poca chiarezza con il contribuente. Un sistema funzionante è quello che colpisce il vero evasore e non chi ha comportamenti errati ma in buona fede». Conseguenza anche della poca considerazione che lo Stato negli anni ha rivolto alla giustizia tributaria italiana, ignorando il suo ruolo come fattore di crescita, come precisato dal presidente Commissione tributaria regionale CTR Sicilia Giovanni Battista Macrì, in apertura dei lavori. Viene da sé l’importanza strategica di affiancarsi a un consulente esperto e aggiornato che abbia ben chiari i confini tra tutela del contribuente e giustizia: compito al quale sono chiamati i commercialisti, rappresentati in questa occasione dal presidente dell’Ordine etneo Sebastiano Truglio: «Condivido l’idea di una riforma del processo tributario necessaria e oggi più che mai centrale – ha affermato – e aggiungo che in questa fase storica ed economica sia altrettanto necessario fare in modo che il sistema giudiziario risponda sempre più alle giuste esigenze di efficienza e chiarezza dei professionisti e dei cittadini. I commercialisti sono spesso additati come “difensori” degli evasori, quando, invece, svolgiamo un ruolo sociale chiamato a tutelare chi rispetta la legge, condannando chi, di fatto, non si allinea alle norme».
L’inizio dei lavori è stato preceduto dai saluti del vice presidente Amt Sicilia Antonino Lo Franco e del prof. Emilio Giardina, a seguire le relazioni – introdotte e coordinate dal presidente dell’Associazione magistrati tributaristi (Amt) di Catania Umberto Puglisi – di Ennio Sepe (presidente Amt e Sost. P.G. Corte di Cassazione) che ha sottolineato come in questi anni le categorie professionali interessate siano state tagliate fuori dal processo di riforma e non potendo dare il proprio contributo di conoscenza ed esperienza si sono ritrovate di fronte a prodotti normativi finiti che non rispondono alle reali esigenze riformatrici; il responsabile Cultura e Formazione – G.E. A.M.T. e Sost. P.G. Corte di Cassazione Raffaele Ceniccola è intervenuto sugli aspetti ordinamentali della riforma; il prof. Muscarà ha approfondito il tema delle prospettive evolutive del processo tributario. A seguire gli interventi programmati di Salvino Pillitteri (vicepresidente vicario Amt); Pasquale Saggese, commercialista in Napoli e ricercatore della Fondazione Nazionale dei Commercialisti; Daniela Gobbi (segretario generale Amt); Silvio Raffiotta (presidente C.T.P. Enna – G.E. A.M.T. Sicilia); Giuseppe Foti (presidente Sezione C.T.P. Catania); Filippo Impallomeni (vicepresidente Sez. C.T.P. Catania). Le conclusioni sono state affidate a Fausto Alberghina, del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria.