Migliaia di precari sono senza stipendio dall’inizio dell’anno scolastico

Il personale della scuola continua ad essere vittima dei disguidi dell’amministrazione: da due mesi migliaia di precari con contratto stipulato dell’istituto non percepiscono lo stipendio a causa sia del mancato accreditamento delle somme da parte del Ministero dell’Economia sia del blocco del sistema informatizzato ‘Sidi’ che permette di contrattualizzare i nuovi assunti. A farne le spese di questo doppio blocco sono i tanti precari della scuola, assunti anche lontano da casa, che spesso devono caricarsi di spese per viaggi, trasferte e pernotti.

Pochi giorni fa il Mef ha pubblicato una doppia informativa (NoiPa 142 e 141/2014), rivolta alle segreterie scolastiche: nella prima, il dicastero dell’Economia annuncia che “per il mese di novembre è prevista un’emissione di pagamenti urgenti, nella data di giovedì 13 novembre 2014”. Nella seconda spiega che “per consentire il pagamento delle retribuzioni arretrate al personale supplente breve e saltuario della scuola ed al personale volontario dei vigili del fuoco, come per le precedenti mensilità, anche per quella di novembre, questa Direzione ha programmato un’emissione speciale per la giornata di venerdì 14 p.v.. Pertanto, tutti gli elenchi che entro le ore 17.00 del suddetto giorno avranno completato l’iter autorizzativo, saranno oggetto di emissione speciale”.

L’Anief deve però rilevare che si tratta di annunci cui difficilmente seguiranno gli effettivi pagamenti ai supplenti. Dalle informazioni pervenute al sindacato risulterebbe che le emissioni speciali nei confronti dei supplenti con contratti “brevi”, incaricati direttamente dai dirigenti scolastici di sostituire il personale di ruolo anche per pochi giorni, non sono purtroppo prossime al compimento.

“Reputiamo al limite del grottesco che queste problematiche – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – si vengano a determinare proprio quando le procedure dei pagamenti non sono più legate alla mancanza dei fondi di ogni singola scuola, ma sono diventate di competenza dell’amministrazione economica centrale. La modalità di pagamento degli stipendi digitale interattiva, con il Mef che ‘carica’ gli stipendi sul Sistema informatico di contabilità e gestione economica, avrebbe dovuto semplificare il tutto. Invece, dopo i problemi dello scorso anno scolastico, si dimostra peggiore di quella tradizionale”.

A questo punto, qualora alle informative del Mef non dovessero fare seguito i pagamenti delle mensilità sinora non corrisposte ai supplenti, il sindacato Anief diffiderà gli organi istituzionali competenti: “non è possibile continiare a considerare opzionale la regolarità dei pagamenti per il personale precario, si tratta di un diritto alla retribuzione di tutti i lavoratori è sancito dagli articoli 35 e 36 della Costituzione”, continua Pacifico.

“Ci accingiamo ad assistere – dice sempre il sindacalista Anief-Confedir – ad una storica sentenza, quella della Corte di Giustizia europea a fine mese, che dovrebbe una volta per tutte sancire la perfetta parità di trattamento tra personale di ruolo e precario. Quest’ultimo, a cui già ingiustamente non vengono corrisposti gli scatti di anzianità, motivo per cui l’Anief ha chiesto proprio in questi giorni un emendamento alle Legge di Stabilità, già percepisce lo stipendio base tra i più bassi dell’area europea: in media tra i 1.200 ed i 1.300 euro. Un docente di ruolo laureato della scuola superiore italiana dopo 15 anni di servizio percepisce meno di 27mila euro lordi, mentre un collega tedesco con la stessa anzianità professionale ha una busta paga di quasi 70mila euro. Ed in futuro, considerando il blocco stipendiale fino al 2018, al pari di tutti i dipendenti pubblici, potrà solo che andare peggio. Almeno – conclude Pacifico – facciamoglielo accreditare nei tempi dovuti”.

Il personale che voglia rivendicare tale diritto potrà inviare il modello di diffida e messa in mora, messo a disposizione dall’Anief, direttamente alla scuola dove attualmente presta servizio. Qualora l’amministrazione, a seguito della ricezione della diffida, non provveda entro 8 giorni a corrispondere le somme dovute, Anief inviterà gli interessati a segnalarlo alla casella e-mail stipendi.supplenti@anief.net al fine di stabilire le strategie legali per la risoluzione del caso.