Pos partite Iva – canone Rai – Tasi… così è (se vi pare)

Il Pos obbligatorio per i soggetti Iva relativamente ai pagamenti oltre i 30,00 euro… sì però, chi non rispetta l’obbligo non succede nulla. Ma allora, perchè invece di obbligo non l’hanno chiamato come logica, anche giuridica, vorrebbe: lo Stato vi invita a incassare i pagamenti con l’uso del Pos? Forse perchè non sarebbe all’altezza del nostro regime da azzeccagarbugli, e forse perchè il cittadino potrebbe abituarsi male e credere di vivere in un Paese con certezza dei diritti e delle pene… per carità, quale “flagello” sarebbe per lo Stato come se si dovesse impegnare a far vivere i propri sudditi in una amministrazione dove 2+2 fa 4… come potrebbe altrimenti vessare gli stessi? Siamo esagerati? Noi crediamo che esagerato sia chi ci governa e chi fa le leggi, nonchè ci amministra. Comunque, niente di nuovo nel Paese in cui un’imposta come quella per il possesso di un apparecchio tv viene chiamata canone e/o abbonamento, e su questo ha anche l’imprimatur di Corte di Cassazione e Corte Costituzionale. Lo stesso Paese che fissa dei termini in cui i Comuni devono stabilire l’imposta cosiddetta Tasi (sui servizi comunali chiamati indivisibili), ma la maggior parte dei Comuni non la rispetta e nessuna amministrazione comunale viene sanzionata, mentre se io, comune suddito, pago per esempio una multa al codice della strada con un giorno di ritardo, l’importo della stessa raddoppia, così come raddoppia se nel pagamento ho omesso per distrazione di aggiungerci anche le spese di notifica di questa multa. Dobbiamo rassegnarci a quell’Italia cosi’ ben descritta da Luigi Pirandello nella sua opera teatrale “così è (se vi pare)”?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc