Migranti a Lampedusa, BBC Afrique intervista Roberto Malini

Il giornalista della BBC Afrique Samba Dialimpa Badji intervista ancora Roberto Malini del Gruppo EveryOne riguardo alla condizione dei migranti che sbarcano a Lampedusa, alle procedure di assistenza che li riguardano, a come le autorità si pongano di fronte alle loro richieste di tutela. Il difensore dei diritti umani parla con estrema sincerità, riferendo una realtà che mostra come il nostro paese si sia allontanato dalla via della civiltà, preda di un’ostilità verso i migranti e i rifugiati che è la stessa manifestata dalle personalità politiche durante le campagne elettorali, sui media o sui social network. Qui di seguito, l’intervista in italiano (essa si è svolta in francese).

Domanda: Roberto Malini, cosa accade ai migranti che raggiungono in queste ore Lampedusa?

Risposta: Circa 200 rifugiati sono arrivati oggi a Lampedusa, a bordo di un vecchio barcone. I migranti sono stati condotti al centro di accoglienza dell’isola. Altri 250 profughi sono stati trasferiti da Lampedusa al centro di Mineo, sovraffollato e inadeguato ad accogliere migranti provati da crisi umanitarie e da una fuga disagevole e rischiosa. Attualmente, ci sono circa 800 migranti a Lampedusa.

D: Quale assistenza viene fornita ai migranti che raggiungono l’isola?

R: L’accoglienza riservata a questi profughi, che spesso raggiungono l’Italia in condizioni tragiche, non rispetta i criteri umanitari previsti dalle leggi internazionali e dal senso civile che dovrebbe ispirare le procedure di ricezione. Gli esami medici sono insufficienti, nessun reale supporto psicologico è offerto a coloro che hanno subito traumi, mentre ai rifugiati non è comunicata alcuna garanzia riguardo al loro futuro nell’Unione europea. Tutti hanno paura della deportazione.

D: E’ in corso, a Lampedusa, una manifestazione da parte di alcuni migranti…

R: Sì. E’ la protesta che circa duecento rifugiati, soprattutto eritrei, con donne e bambini, contro il rilevamento coatto delle impronte digitali. Molti rifugiati sperano di ricongiungersi alle loro famiglie in altri paesi europei, ma a causa del trattato di Dublino, essi non sono più in grado di farlo se vengono registrati dalle autorità italiane. Questo, perché il primo Stato dell’Unione in cui entrano rimane l’unico che può accordare loro asilo.

D: Come stanno i profughi in Italia, attualmente?

R: Lo stato attuale dei rifugiati in Italia è inaccettabile. Le domande di protezione internazionale non vengono valutate con attenzione umanitaria e molti perseguitati sono deportati. Le associazioni che si occupano con impegno di migranti poveri non sono gradite alle istituzioni italiane, alla magistratura, alla politica. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati non esercita sufficiente autorità, perché i suoi rappresentanti in Italia sono di nazionalità italiana e questa realtà limita – evidentemente – il loro giudizio e le loro azioni a difesa dei migranti.