La condizione economica delle famiglie… in crisi

Una visione assai fosca e pessimista della condizione economica del Paese accompagna l’inizio del 2013: è opinione diffusa che la situazione economica italiana sia peggiorata negli ultimi 12 mesi e che l’anno che ci attende non vedrà miglioramenti, anzi sarà peggiore. Parallelamente, il disagio economico delle famiglie si è aggravato (indica questa condizione il 70% degli italiani). Il ricorso ai propri risparmi per far fronte alla crisi e la sindrome della quarta settimana (quando non della terza) riguardano ormai 3 italiani su 5; nella maggior parte dei casi risparmiare qualcosa è impossibile (79,2%). Aumenta il numero di quanti negli ultimi tre anni hanno dovuto far ricorso a un prestito bancario (35,7%; +9,5% rispetto allo scorso anno) per pagare debiti accumulati (62,3%) o per saldare altri prestiti precedentemente contratti con altre banche o finanziare (44,4%), ma che evidentemente i contraenti non sono riusciti a saldare.

Italia: tra crisi e deboli speranze. Secondo la rilevazione dell’Eurispes, l’80% dei cittadini è convinto che la situazione economica generale sia peggiorata negli ultimi dodici mesi (per il 61,5% “nettamente” e per il 18,5% in parte); tuttavia il dato nella rilevazione dello scorso anno si attestava al 93,6%. Parallelamente, la quota di chi pensa che la situazione sia migliorata (nettamente o in parte) passa dall’1,4% del 2012 al 10,9% di quest’anno.

Il futuro che ci aspetta. La maggior parte degli italiani (52,8%) sono convinti che la situazione economica del Paese subirà un peggioramento nei prossimi 12 mesi, in molti sono sicuri che rimarrà stabile (27,9%) e solo 1 italiano su 10 indica un sicuro miglioramento. Gli imprenditori in particolare rappresentano la categoria più pessimista e sfiduciata nel futuro economico del nostro Paese che con il 65,5% di indicazioni di un peggioramento staccano di oltre 10 punti percentuali tutte le altre categorie.

Nel 2012, 7 italiani su 10 (70%) hanno visto peggiorare la situazione economica personale (per il 40,2% di molto, per il 33,3% in parte). Sono davvero pochi coloro che hanno visto la propria situazione migliorare, appena il 4,8% (lievemente 3,9%, e molto 0,9%).

Risparmi intaccati e indebitamento. Il 60,6% degli italiani, 3 su 5, rivelano di essere costretti a intaccare i propri risparmi per arrivare alla fine del mese; il 62,8% ha grandi difficoltà ad affrontare la quarta (quando non la terza) settimana; il 79,2% non riesce a risparmiare, questo vuol dire che solo 1 su 5 riesce a mettere qualcosa da parte.

Risparmio: cambierà qualcosa? Quando viene chiesto ai cittadini se ritengano di riuscire a risparmiare qualcosa nei prossimi dodici mesi, due su tre rispondono naturalmente di no, che probabilmente (36,7%) o certamente (30%) non riusciranno a risparmiare alcunché, mentre il 27,4% ritiene che nel 2013 riuscirà ad alimentare i propri risparmi, di questi ultimi ne è totalmente sicuro però solo il 5,7%, mentre il 21,7% non ne è del tutto certo.

Nella spirale del prestito. Circa un terzo del campione ha chiesto un prestito bancario negli ultimi tre anni (35,7%), un dato in aumento rispetto alla rilevazione dello scorso anno di 9,5 punti percentuali. Le categorie più bisognose di aiuti finanziari sono quelle con contratti a tempo determinato (atipico o subordinato), in particolare il popolo della partita Iva (44,2%), contro il 35,2% dei lavoratori subordinati a tempo indeterminato.

Ben il 62,3% dei prestiti è stato chiesto per pagare debiti accumulati e il 44,4% invece per saldare altri prestiti precedentemente contratti con altre banche o finanziare, ma che evidentemente i contraenti non sono riusciti a saldare. Appare evidente come la spirale che si innesca è sintomatica della crisi che l’Italia sta affrontando e che attanaglia i cittadini in una condizione di disagio profondo dalla quale sembra non vi sia altra via d’uscita se non quella di alimentare l’indebitamento. Il 27,8% di chi chiede un prestito lo fa per acquistare una casa, il 22,6% per coprire le spese mediche e non manca chi vi ha fatto ricorso per potersi permettere una vacanza (5%) o per far fronte ad un evento come il matrimonio, un battesimo, una cresima, ecc. (13,1%).