INGROIA SI CANDIDA A PREMIER. ATTACCHI A GRASSO E PD

Antonio Ingroia lancia la sfida. L’ex magistrato palermitano, il cui nome comparirà su una lista con la scritta "Rivoluzione civile", presenta la sua candidatura per Palazzo Chigi. Una corsa che inizia con attacchi al Pd e frecciate all’ormai ex procuratore generale antimafia Piero Grasso. "Da magistrato non avrei mai creduto ritrovare qui per continuare la mia battaglia per la giustizia e la legalità in un ruolo diverso" spiega Ingroia presentando la sua come una scelta dovuta "all’emergenza democratica". "Quando giurai la mia fedeltà alla Costituzione pensavo di doverla servire solo nelle aule di giustizia. Ma non siamo in un paese normale e in una situazione normale". Al leader del Pd Pierluigi Bersani, pur non chiudendo le porte del dialogo, Ingroia riprovera di "aver smarrito la coerenza", perso "in contraddizioni in cui la sua politica si è impantanata". Il candidato premier dei democratici "dovrebbe ricordarsi il valore della moralità", insiste Ingroia rievocando le traiettorie di Enrico Berlinguer e Pio La Torre. Quanto a Grasso, il neocandidato "arancione" ricorda di aver pensato nel maggio 2012 di insignire il governo di Silvio Berlusconi un premio per essersi distinto nella lotta alla mafia. Censurando l’operazione che portò lo stesso Grasso a guidare la procura nazionale antimafia, per una scelta operata dal Cavaliere in virtù di una legge con cui venne escluso Giancarlo Caselli, ‘colpevole’ di aver fatto processi sui rapporti tra mafia e politica".