
L’Osservatore romano’ esprime un "dubbio", in un articolo a firma di Giulia Galeotti sulla giornata che si celebra domani contro la violenza sulle donne: "Che questa spirale tentacolare – nel suo spingere troppi uomini a usare la propria superiorità fisica contro le donne di casa loro, donne che spesso frequentano e ‘amano’ – sia mossa dalla incapacità di accettare nella quotidianità concreta l’emancipazione femminile. Che la donna, conquistati i diritti, sia diventata cittadina a pieno titolo è un giro di boa troppo grande da accettare nei rapporti domestici di ogni giorno. La crudeltà – si sa – è in grado di alleviare momentaneamente la frustrazione, di attutire il senso di impotenza, ed è anche su questa consapevolezza che occorre lavorare per cercare di estirparne gli esiti".
"Che la giornata mondiale del 25 novembre – scrive la storica in un corsivo sul quotidiano della Santa Sede – lasci in noi la consapevolezza che la violenza contro le donne infligge a tutti una ferita mortale. Perché vittima è anche la società nel suo complesso, quella società composta da quanti esercitano questa violenza, da quante la subiscono e da quanti la registrano immobili (e dunque colpevoli). Il danno è immenso. È la negazione della ragione. E’ il rifiuto dell’altro. È l’antitesi del nostro essere esseri umani. Come scrive Vasilij Grossman in Vita e destino, ‘dove la violenza cerca di cancellare varietà e differenze, la vita si spegne’".