L’ITALIA SI è DIMENTICATA DELLA LOTTA CONTRO L’AIDS

Si apre questo fine settimana a Washington la XIX Conferenza Internazionale sull’Aids, il più grande evento mondiale in cui decisori politici, società civile e ricercatori si incontrano per fare il punto sulla lotta contro la pandemia e definire i prossimi passi da compiere per invertire la diffusione dell’Hiv e garantire l’accesso alla terapia antiretrovirale salvavita anche a coloro che vivono nei paesi meno sviluppati.

L’Italia arriva all’appuntamento con il peso di un debito di 260 milioni di euro nei confronti del Fondo Globale per la Lotta contro l’Aids, la Tubercolosi e la Malaria, aggravato da una totale mancanza di strategia per fronteggiare la pandemia nei paesi più poveri. L’impegno del nostro Paese per sconfiggere l’Aids si è infatti praticamente azzerato da quando, nel 2009, non è stato più finanziato il Fondo Globale e da allora non sono stati individuati canali alternativi.

Secondo il rapporto pubblicato pochi giorni fa da UNAIDS, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di AIDS, nel 2011 vi erano 34,2 milioni di persone sieropositive nel mondo, di cui il 69% nella sola Africa subsahariana. I programmi di lotta contro la malattia realizzati finora stanno producendo risultati: l’incidenza dell’Hiv a livello globale è in calo e l’accesso alla terapia antiretrovirale si sta espandendo. Si stima che 8 milioni di persone sieropositive che vivono nei paesi più poveri abbiano accesso ai farmaci salvavita, nel 2004 erano soltanto 700.000. Sono quasi 7 milioni, tuttavia, le persone che non ne possono beneficiare e la stabilizzazione della pandemia non è ancora consolidata: per ogni persona che inizia la terapia antiretrovirale ve ne sono due che contraggono l’Hiv. E’ fondamentale, pertanto, non abbassare la guardia e continuare a investire risorse per contrastare l’Aids; un calo dell’impegno finanziario metterà a rischio i risultati raggiunti finora.

L’Osservatorio Italiano sull’Azione Globale contro l’AIDS e la LILA chiedono al Governo italiano di uscire dal limbo e di definire una strategia che indichi il ruolo che il nostro Paese intende rivestire nei prossimi anni per contribuire a sconfiggere la pandemia. Il Governo italiano ci faccia sapere, insomma, se intende rientrare nel novero dei global players che sostengono concretamente la lotta contro l’Aids o se ha deciso, a differenza degli altri Paesi del G8, di abbandonare al proprio destino milioni di bambini, donne e uomini che vivono nei paesi più poveri senza accesso ai farmaci salvavita.