SPENDING REVIEW & FARMACI

La sanità farà la sua parte, ripete il ministro Renato Balduzzi, ma sul ‘come’ fare una parte che sarà da protagonista nella revisione della spesa pubblica, visto che dal settore si attende almeno un miliardo e mezzo di risparmi da qui a fine anno, ancora si è in alto mare. E la soluzione potrebbe essere alla fine un mix di più interventi mirati, lasciando così intatto il cosiddetto ‘fondino’ per gli obiettivi di piano, sempre che la ‘moral suasion’ del ministro nei confronti del resto del governo, e soprattutto delle forbici del supercommissario Bondi abbia avuto effetto. Forbici che in primis sembra si fossero orientate appunto verso i fondi vincolati per gli obiettivi di piano (che vengono erogati per progetti specifici, dalle cure palliative alle malattie rare), che per il 2012 vale giusto il miliardo e mezzo che si sta cercando. Risorse però ‘fondamentali’ per la ‘qualità del sistema’ ha ripetuto più volte il ministro, ribadendo che in sanità non si puo’ procedere con tagli lineari, visto che peraltro, da anni la spending review si sta facendo e con buoni risultati. Intanto pero’ l’approvazione del riparto del Fondo sanitario nazionale, di cui il ‘fondino’ e’ parte, e’ stata piu’ volte rinviata, mettendo in allarme le Regioni. Anche se gli ultimi rumors darebbero per vicino il via libera, gia’ alla prossima Conferenza Stato-Regioni.
E tra le ipotesi che hanno ovviamente allarmato i destinatari, e’ circolata anche quella di mettere mano di nuovo alla spesa farmaceutica (o rivedendo al ribasso la remunerazione delle farmacie convenzionate o anticipando le misure previste dalla manovra di luglio targata Tremonti a carico dell’industria del farmaco a partire dal 2013, che varrebbe peraltro circa 1 miliardo). C’e’ poi la partita degli acquisti di beni, e soprattutto servizi, una fetta che vale il 30% della spesa sanitaria annua (circa 30 miliardi), della quale Balduzzi ha piu’ volte sottolineato che si possono rivedere nel breve periodo circa 7 miliardi. Anche se il grosso del risparmio, al termine della ricognizione per dare ‘prezzi di riferimento’ avviata dall’autorita’ di vigilanza sui contratti pubblici insieme all’Agenas, non si potra’ che incassare a partire dal nuovo anno.