Torna la politica interna sui giornali che scrivono di due azioni opposte e simmetriche: Saviano che rosicchia il Pd e Montezemolo che lavora ai fianchi del Pdl.
"La smentita – scrive Il Giornale – con cui Roberto Saviano, il professionista neomelodico dell’antimafia, cerca di riportare nell’ombra il grande progetto di Repubblica – una lista civica che liquidi una volta per tutte il Pd – è uno spericolato esercizio di dissimulazione e vittimismo che meriterebbe una causa migliore. Per lo scrittore campione di televendite ‘chiunque non venga percepito come schierato, fa paura e va delegittimato. Il messaggio implicito è: ‘Questo qui fa di tutto per ottenere consensi, perchè il suo scopo è fare politica’. Sempre intento a decifrare messaggi e a decrittare segnali di fumo (memorabile il suo fumettone sulla tragedia di Brindisi), Saviano rivendica la propria purezza di scrittore ma, da vero italiano, subito smentisce la smentita in politichese pressochè perfetto: ‘Non rinuncio – e pare di vedergli il visino corrucciato e l’occhio sbarrato di fronte alla telecamera – alla possibilità di costruire un nuovo percorso in questo Paese’. Il ‘percorso’, a dire il vero, è già stato avviato da un bel pezzo, da quando Berlusconi ancora sedeva a palazzo Chigi, e Saviano ne è stato informato soltanto di recente. L’obiettivo da raggiungere è stato indicato da Scalfari in un editoriale, un paio di settimane fa, e prima ancora in un intervento di Paolo Flores d’Arcais sul Fatto: dar vita a ‘una lista civica apparentata con il Pd e rappresentativa del principio di legalità ‘che si presenti l’anno prossimo alle elezioni politiche. L’idea, che secondo un’indiscrezione Ezio Mauro avrebbe suggerito a De Benedetti diversi mesi fa, ufficialmente dovrebbe servire a contenere l’emorragia di voti verso Grillo, intercettando una parte almeno del vento antipolitico che soffia sul Paese.
Ma l’intenzione reale e’ un’altra,peraltro espressa pubblicamente dallo stesso De Benedetti in un’intervista a Servizio pubblico: Bersani e’ vecchio, il Pd e’ obsoleto, bisogna voltar pagina. La lista di Repubblica e’ dunque, a tutti gli effetti, un’Opa ostile sul Partito democratico. Ed e’ proprio per neutralizzarne gli effetti piu’ devastanti che Bersani aveva intenzione, alla Direzione di martedi’ scorso, di far propria la proposta di una lista civica, unendola pero’ all’annuncio della propria candidatura a premier nella speranza di chiudere la spinosissima questione delle primarie, chieste nel Pd da Renzi, dai prodiani e da una parte dei veltroniani (oltreche’, a giorni alterni, da Nichi Vendola). Ma il terremoto in Emilia ha imposto un brusco cambiamento di scenario: l’annuncio simultaneo della candidatura ufficiale di Bersani e della nascita di una lista civica nazionale – ha valutato il vertice del Pd – sarebbe stato oscurato dalla tragedia emiliana, e cosi’ il segretario ha deciso di rinviare la riunione. Ma qualche indiscrezione era filtrata sui blog gia’ mercoledi’, e ieri il Corriere ne ha dato conto con evidenza, inducendo Saviano alla smentita-conferma prima ricordata. Al Nazareno sono furiosi: i bersaniani perche’ il ‘grande annuncio’ si e’ sbriciolato in una fuga di notizie e ha innescato un nuovo circuito di polemiche e dispetti incrociati; gli altri perche’ l’idea della lista civica significa, puramente e semplicemente, l’archiviazione del Pd e la sua trasformazione in bad company intasata di rottamandi. La ‘vocazione maggioritaria’ di un Pd aperto alla societa’ civile, com’era nei sogni di Veltroni, si trasforma nel suo opposto: un partito di funzionari, parlamentari e portaborse; il quale pero’ – e questo non puo’ piacere a D’Alema, teorico della superiorita’ dei partiti sulla societa’ civile – vedra’ spostarsi altrove, nella lista giustizialchic di Repubblica , il baricentro politico e il motore culturale del centrosinistra, a sua volta incalzato dal radicalismo populista di Vendola e Di Pietro. Insomma, un vero disastro".
Dell’avvicinamento del patron della Ferrari ai ribelli del Pdl scrive LA REPUBBLICA: "A dieci mesi dalle elezioni siamo ormai al tana libera tutti. Stamane la riunione di tutti i parlamentari del Pdl – suggerita da Cicchitto a Berlusconi per far calare un po’ la tensione – rischia di trasformarsi nell’assemblea della pallacorda che diede il via alla rivoluzione francese. E pensare che il Cavaliere, sentiti Longo e Ghedini, aveva acconsentito alla megariunione – ci saranno tutti i deputati, i senatori e gli europarlamentari – solo per accampare un "legittimo impedimento" al processo Ruby. Ma ormai il Pdl e’ una tonnara che schiuma da tutte le parti. E difficilmente stamattina, nonostante una regia occhiuta fara’ di tutto per evitare imprevisti, il gruppo dirigente riuscira’ a tenere a bada i dissensi.Ieri l’ultima frattura si e’ consumata sul meridiano che porta a Montezemolo, visto dagli ex forzisti come un novello Berlusconi che puo’ garantire loro un secondo giro sulla giostra. Si muovono in molti in quella direzione, persino Mariella Bocciardo, l’ex cognata del Cavaliere.
Giorgio Stracquadanio e Isabella Bertolini daranno vita la prossima settimana a un’associazione – ‘Un’Altra Italia’ – per mettere un piede fuori dal Pdl e lanciare un segnale a Montezemolo. L’obiettivo sarebbe quello di dar vita a un gruppo nuovo prima dell’estate, agganciando fuoriusciti della prima ora dal Pdl come Giustina Destro, Roberto Antonione e Fabio Gava, che nel frattempo si sono avvicinati a alla fondazione "Italia Futura" di Montezemolo. Della partita sarebbero, oltre alla cognata del Cavaliere, anche Andrea Orsini, Giuseppe Cossiga e Gaetano Pecorella, ex legale di Berlusconi. Un discorso simile sarebbe fatto al Senato, dove i nomi che circolano sono quelli di Marco Follini (che smentisce), Lamberto Dini, Raffaele Lauro e Nicola Rossi. ‘La nascita di un nuovo polo liberaldemocratico – ha detto ieri Pecorella a "il Punto" – credo ormai sia inevitabile’. E mentre la componente "libdem" guarda con speranza al presidente della Ferrari, oggi a Milano, in coincidenza con l’assemblea romana del Pdl, Daniela Santanche’ terra’ una misteriosa conferenza stampa di cui non ha voluto anticipare il contenuto. Ma che certo non suona amichevole nei confronti della riunione di Alfano. ‘La verita’ – confida un ex ministro – e’ che c’e’ un clima molto pesante e, se Angelino non si sbriga a fare qualcosa ,qui salta tutto. Ieri l’hanno cercato tutti, ma lui era chiuso al partito alle prese con le beghe siciliane’. Il segretario oggi dovrebbe annunciare che la prossima settimana arriveranno novita’ sul partito e, intanto, iniziera’ da subito un tour italiano per incontrare giovani e categorie produttive. Sullo sfondo si riaffaccia anche l’ipotesi di un congresso, unico modo per "disfarsi" dei vecchi coordinatori. Su una cosa almeno Alfano puo’ tirare il fiato: per ora Montezemolo non sembra interessato ad assecondare la nascita in Parlamento di gruppi ex Pdl che si riparano sotto il suo ombrello. Queste mosse, commentano dal suo entourage, ‘sono il frutto dello smarrimento che c’e’ in questo momento. E’ uno stato d’animo comprensibile, ma con noi non c’entrano niente’. Eppure Montezemolo non sta affatto fermo e sembra riprendere dietro le quinte quel dialogo con i leader del terzo polo. Ieri mattina ha incontrato Gianfranco Fini a Montecitorio. Poi il presidente nella Camera ha avuto un lungo faccia a faccia con Pier Ferdinando Casini, incontro che segna l’inizio di un disgelo fra i due dopo che il leader dell’Udc aveva brutalmente (e unilateralmente) dichiarata morto e sepolto il progetto comune con Fini e Rutelli. I pourparler sono stati ‘positivi’ ma ancora ‘interlocutori’, spiegano dai rispettivi staff. Ancora troppo presto per parlare di un listone nazionale in comune come vorrebbero quelli di Fli".
