Preoccupazione per clima, Monti: Ora serve crescita

La versione ufficiale è che "siamo tecnici, non commentiamo". Ma il crollo del Pdl, il terzo polo che resta confinato sulle sue percentuali, il boom delle estreme a cominciare dal movimento di Beppe Grillo, preoccupano il governo. Ovviamente, precisano dall’esecutivo, solo per le ripercussioni che questo clima potrà avere sull’efficacia dell’azione di governo. Segnali preoccupanti, che si sommano ai gesti estremi di più di un ‘normale cittadino’, fino all’agguato di questa mattina contro l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare. Per questo la risposta di Mario Monti è sempre la stessa: Ora più che mai c’è bisogno che il Paese torni a crescere. Per dare respiro ai cittadini, per dare ossigeno ai partiti che sostengono il governo.

Da palazzo Chigi non arriva nessun commento, anzi c’è una ‘precisazione preventiva’: "Per la natura di questo governo non si commentano gli andamenti delle elezioni amministrative". Ma fonti di governo non si sottraggono ad un’analisi del quadro: e allora preoccupa la "disperazione" che porta cittadini a togliersi la vita, un altro a barricarsi nella sede dell’Agenzia delle entrate. Così come la gambizzazione a Genova dell’ad di Ansaldo Nucleare. E guardando al voto amministrativo, nell’esecutivo in molti aspettano di capire come reagiranno i partiti della maggioranza all’esito delle urne.

Da questo punto di vista, non può che aver rassicurato la dichiarazione di Angelino Alfano, che ha garantito il sostegno del Pdl: "Non toglieremo l’appoggio per queste amministrative perchè siamo responsabili". Anche se più di un esponente, da Osvaldo Napoli a Guido Crosetto fino agli ex An, chiede di prendere più le distanze dalle misure dell’esecutivo. E lo stesso Alfano ha annunciato la fine dei vertici ‘ABC’. Toni che per ora non preoccupano, nel governo: "Sono gli stessi che hanno sempre avuto queste posizioni, per ora non cambia nulla". Anche il Pd ribadisce "lealtà assoluta" al Governo, ma chiede anche "più ascolto" a Mario Monti, spiega il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Posizione in qualche modo attesa, complice anche il vento di centrosinistra che inizia a spirare sull’Europa a partire dalla Francia.

Ma la valutazione che Monti avrebbe fatto con i suoi interlocutori di oggi, riferiscono fonti parlamentari, è che non c’è una chiave di lettura univoca del voto italiano: Alla fine, non è che abbiano perso tutti i partiti della maggioranza. Il Pd ha tenuto, come il Terzo polo seppur deluso dalle cifre, mentre il crollo del Pdl era già messo in conto, tanto che – osserva una fonte di governo – sostanzialmente ha evitato di presentare il proprio simbolo in molte realtà per evitare saggiamente la conta.
E comunque, il voto di oggi "di sicuro elimina ogni possibilità di voto anticipato: troppo in difficoltà i partiti".

Semmai, quello che preoccupa è il calo dei votanti, come fatto notare dal ministro Cancellieri, insieme al boom dei grillini, fenomeno tipico die "momenti di disorientamento". E’ ancora prematuro, ma la vera preoccupazione è lo scenario greco, con le estreme talmente forti da rendere difficile perfino una grande coalizione. Una tendenza riconstrabile anche in Italia con lo ‘tsunami’ che ha colpito tutta l’area moderata. Per questo, a chi lo ha incontrato oggi Monti avrebbe ripetuto che l’unica soluzione è la crescita: Con il rigore abbiamo guadagnato enorme credibilità in Europa – avrebbe ribadito il premier – e ora la dobbiamo spendere per rilanciare concretamente lo sviluppo insieme alla Ue.