Lusi, il Pd contro la Margherita. E Rutelli lo smentisce

"I problemi dell’ex Margherita corrono su un doppio binario. Giudiziario e politico". Lo scrive LA STAMPA. "L’inchiesta della procura, per appropriazione indebita di 20 milioni di euro dai rimborsi elettorali, vede l’indagato, l’ex tesoriere Luigi Lusi, scaricare le sue responsabilità sul partito che però replica smentendo e annunciando querele. Ma s’intravedono guai anche all’orizzonte politico. Tanto più che le critiche piovono anche dagli ex compagni di viaggio del Partito democratico. Come Franco Monaco, della direzione nazionale, che invita i leader dell’ex Margherita ‘a chiedere scusa agli italiani e farsi da parte. Come può, chi aveva responsabilità di vertice, restare in politica e candidarsi a quale che sia carica pubblica dopo quanto accaduto? Chi mai potrebbe fidarsi?’. Perchè, secondo il Pd Monaco, al di là di eventuali reati ‘c’è il fronte delle responsabilità politiche da accertare senza indugio: quelle di chi ha omesso la vigilanza’. Non è tanto tenero neppure il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ex Margherita attualmente Pd: ‘Lusi ha chiaramente responsabilita’ penali, perche’ ha rubato ed e’ reo confesso. Ma i vertici della Margherita hanno sbagliato a non controllare. E questa e’ una grave colpa politica’.
Secondo Renzi e’ indispensabile controllare chi gestisce il denaro pubblico: ‘Se un dirigente del Comune di Firenze ha in mano i soldi dei cittadini fiorentini, io lo marco stretto’.
Un modo per dimostrarsi trasparenti, secondo Renzi, e’ pubblicare su Internet tutti i dati sui fondi dell’Ex Margherita e di tutti i partiti. Invito che non spaventa minimamente l’avvocato della Margherita Titta Madia. ‘Sara’ fatto sicuramente perche’ non c’e’ niente da nascondere. I consulenti incaricati da Rutelli di ripercorre tutte le tappe delle spese stanno lavorando alacremente, ma devono attendere ovviamente l’attivita’ giudiziaria in corso. Non appena la Guardia di Finanza avra’ terminato i controlli sugli assegni e sui bonifici emessi da Lusi, sara’ tutto pubblicato nella Rete’. Si dovra’ attendere l’estate. Entro quel termine e’ prevista la chiusura delle indagini. Ieri e’ stato interrogato Emanuele Lusi, nipote dell’ex tesoriere della Margherita: ha confermato di avere ricevuto dallo zio un prestito di 360 mila euro, ma di aver ignorato che il denaro provenisse dalle casse del partito. Davanti all’aggiunto Alberto Caperna e al pm Stefano Pesci, Emanuele Lusi, marito di Micol D’Andrea, intestataria dell’usufrutto, per gli inquirenti fittizio, della villa di Ariccia (motivo per cui risulta indagata), ha precisato che la somma serviva in parte (120 mila euro) per l’acquisto di un appartamento in via Salaria (valore 900 mila euro) e la parte rimanente per la prima tranche dell’usufrutto della villa di Ariccia. Il senatore Lusi aveva spiegato agli inquirenti che la donna era ignara di cio’ che c’era dietro l’operazione. Il nipote ha poi confermato anche la paga mensile di 250 euro, dai fondi della Margherita, ‘per il sito politico personale di mio zio’".

"I vertici della Margherita – si legge sul CORRIERE DELLA SERA – smentiscono il tesoriere Luigi Lusi che aveva parlato di una divisione del fondi del partito con ‘il 60 per cento andato ai Popolari e il 40 per cento ai "rutelliani"’. Si affidano a una nota ufficiale Francesco Rutelli, Enzo Bianco e Gianpiero Bocci per affermare che ‘non e’ mai esistito un accordo per la destinazione delle risorse della Margherita’ e aggiungere: ‘All’oggetto della prossima Assemblea federale, che nelle nostre intenzioni dovra’ essere quella conclusiva, sara’ la liquidazione del partito e l’attribuzione delle risorse residue. La legittima e doverosa destinazione di risorse nei dieci anni di vita della Margherita non e’ mai stata effettuata sulla base di una ripartizione per aree e correnti (salvo, ovviamente, la retrocessione di 25 milioni di euro ai quattro partiti fondatori, ultimata nel 2006 e iscritta nei bilanci). I fondi destinati al personale, alle attivita’ politiche, alle elezioni, ai servizi, a Europa ecc. sono stati disposti direttamente dal tesoriere, come da Statuto e da sua precisa responsabilita’. Nei prossimi giorni, i pm sentiranno come testimoni alcuni esponenti del partito proprio per chiarire la destinazione dei fondi. Ieri i magistrati romani che indagano sull’appropriazione indebita del tesoriere per oltre 25 milioni di euro hanno interrogato Emanuele Lusi, uno dei nipoti del parlamentare indagato. ‘E’ vero, ú ha affermato ú mio zio mi presto’ 360 mila euro, per l’acquisto di un appartamento in via Salaria, a Roma, ma ignoravo si trattasse di soldi della Margherita’. La moglie del testimone e’ stata indagata per illecito reimpiego del denaro: a lei era stata infatti intestata la ‘nuda proprieta’ della villa di Ariccia che Lusi ha acquistato poco prima di sapere di essere finito sotto inchiesta. Emanuele Lusi ha poi confermato un’altra circostanza raccontata dallo zio: ‘Ho dato anche mensilmente 250 euro a Emanuele ú aveva detto ú per il mantenimento del mio sito personale. Lo pagavo con i fondi della Margherita, perche’ faceva parte della mia attivita’ politica. Era anche una forma di aiuto ai miei nipoti’. Nei prossimi giorni saranno interrogati gli altri parenti del senatore che hanno ricevuto denaro. Lusi ha parlato di ‘prestiti infruttiferi’, il sospetto dei pubblici ministeri e’ che in realta’ si tratti di un escamotage per sottrarre contanti alle casse del partito, oltre a quelli usati per acquistare immobili e quelli trasferiti all’estero.. Francesco Rutelli, Enzo Bianco e Giampiero Bocci respingono tutte le accuse di Lusi e sottolineano che il caso e’ stato chiuso ‘con il sigillo della Procura: Lusi non ha potuto che mettere a verbale la propria incapacita’ di indicare il nome di un solo dirigente che fosse a conoscenza delle sue attivita’ predatorie’.
Solidali con loro, il vicesegretario del Pd Enrico Letta e l’ex ministro Paolo Gentiloni. Rutelli annuncia che alla prossima Assemblea Federale, ci sara’ la liquidazione del partito e l’attribuzione delle risorse residue. Chissa’ se per rispondere ai cosiddetti ‘autoconvocati’ della Margherita che hanno chiesto l’Assemblea per fare trasparenza sui bilanci e che minacciano un esposto in procura".