MONTI LANCIA SUPER DG RAI, SPRINT SU RIFORMA LAVORO

Archiviata in fretta la ‘soddisfazione’ per l’esito del vertice con i leader della maggioranza, Mario Monti si ritrova a dover riempire di contenuti l’intesa di massima strappata a Pdl, Pd e Udc su lavoro e giustizia. Senza contare i nodi ancora aperti, primo su tutti quello spinosissimo della Rai, ai quali sarà dedicato il prossimo vertice fissato per la prossima settimana. Non che al presidente del Consiglio manchino le idee sul futuro di Viale Mazzini. Ieri sera, ad Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini, il professore ha prospettato l’ipotesi di aumentare i poteri del prossimo Direttore Generale tanto da renderlo simile a un ‘commissario risanatore’. Non sulla base del codice, visto che mancano i presupposti giuridici, ma sulla base delle deleghe che possono essere modificate anche con l’attuale legge Gasparri. Un modo per togliere (almeno in parte) l’azienda pubblica dal gioco dei partiti. Ipotesi appena ventilata, anche vista l’ora tarda, dal professore insieme ad altre possibilità e che sarebbe stata accolta con netta contrarieta’ dal Alfano. Nel Pdl, infatti, hanno già eretto le barricate per lasciare immutato l’assetto di Viale Mazzini, a cominciare dall’attuale Dg. Anche se di nomi, nonostante circolino in abbondanza sui giornali, il premier ancora non ne avrebbe fatto. L’ipotesi inoltre – almeno stando a fonti parlamentari – vedrebbe anche un certo scetticismo di Corrado Passera, l’unico ministro rimasto a parlare di Rai a palazzo Chigi con i leader e il premier. Il responsabile delle Infrastrutture e dei Trasporti, sarebbe dubbioso della fattibilita’ di un simile scenario ritenendo piu’ percorribile il rinnovo del Cda con le attuali regole. Diversa la posizione del Pd che con lo stesso Bersani chiede un ‘commissariamento’ ponte che traghetti la Rai verso una nuova governance. Visto che secondo il segretario del Pd, l’attuale assetto anche con nomine di alto profilo nel Cda, non garantisce la governabilità dell’azienda. Il tema, comunque, vista la ferma opposizione di Alfano è stato rinviato al prossimo vertice, con l’invito del premier a ragionare sulle proposte fatte. Anche perche’ di tempo ce ne e’ a sufficienza: il bilancio della Rai sara’ approvato dall’assemblea solo a fine aprile. E, come dice Pier Ferdinando Casini, il dossier potrebbe essere affrontato "dopo le amministrative quando ci sarà la serenità necessaria per farlo". Da notare infine che la scadenza coinciderebbe con il termine fissato da Passera per la questione delle frequenze. Sul dossier lavoro l’ottimismo del presidente del Consiglio sulla possibilita’ di chiudere la trattativa martedi’ non e’ venuto meno per i paletti fissati dalla Cgil. L’altola’ di Susanna Camusso (sull’articolo 18 le proposte del governo ‘non vanno’ e per un accordo c’è ancora ‘molta strada da fare’) viene letto a palazzo Chigi nel quadro della tattica negoziale. Difficile che dopo il sostegno dato da Pier Luigi Bersani alle proposte messe sul tavolo da Monti e Elsa Fornero, il sindacato si sfili. Eppure la strada per il varo di una riforma ‘ampia ed efficace’ auspicata dal governo e’ ancora lastricato di difficiolta’. Il Pdl insiste sulla necessità che siano tutelate le Pmi, mentre Bersani – stretto a sinistra dai ‘niet’ della Camusso, ma anche dall’insofferenza di Idv e Sel – insiste sull’adeguatezza delle risorse per gli ammortizzatori sociali. Ma al di là di queste precisazioni, tutti plaudono alla proposta dell’Esecutivo che martedì siedera’ al tavolo con le parti sociali forte del sostegno dei partiti. Da qui l’ottimismo del premier, convinto che il cammino della riforma sia davvero ad un passo dal traguardo. Decisamente piu’ intricata la partita sulla giustizia. Ieri Alfano, come ha rivelato ad un paio di colleghi di partito, si e’ sentito accerchiato. Tanto che, racconta chi c’era, quando sono filtrate le prime indiscrezioni sull’intesa, il segretario pidiellino si e’ indispettito chiedendo chi avesse fatto uscire la notizia. Tuttavia, nonostante fosse in minoranza, Alfano in qualche modo era pronto: ‘E’ riuscito a legare i diversi dossier relativi alla giustizia che ora dovranno essere trattati parallelamente’, commenta uno dei dirigenti di via dell’Umilta’. Alcuni invisi al Pdl, come il ddl anti-corruzione, altri invece fortemente sostenuti da Berlusconi come le norme su intercettazioni e responsabilita’ civile dei magistrati. In questo modo, e’ la lettura a via dell’Umilta’, il segretario si e’ tutelato da eventuali brutte sorprese perche’ se qualcuno pensasse di inserire misure sgradite l’intero accordo salterebbe. La strada, dunque, non e’ in discesa.