Il bollino blu di Befera, Telefortuna, la stella gialla…. moralismo invece di norme

Il direttore dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, ha avuto l’idea di dotare di un bollino blu da esporre i commercianti che sono in regola col Fisco: “l’idea dell’attestato o della targa da esporre in bella vista, che certifichi l’onestà fiscale avrebbe un impatto più forte”. Il metodo non è una novità. Già oggi chi paga l’imposta/canone Rai entro il termine del 31 gennaio partecipa all’estrazione dei premi di Telefortuna. Un metodo che, pur con le dovute differenze, ci fa venire in mente quello della stella gialla degli ebrei nel secolo scorso per individuare una specifica categoria di persone. Un metodo che presuppone che l’Autorità si sente in dovere di indicare chi è considerato buono e chi cattivo: cioè moralismo invece di norme. Che bisogno c’e’ di segnalare o premiare chi fa il proprio dovere nell’ambito del patto civico che ha con lo Stato? Se si considera giusto così, sarebbe altrettanto giustificato il bollino rosso per chi è evasore fiscale, o il bollino giallo per chi è soggetto a indagine sempre fiscale. Una logica perversa che porta a considerare eccezionale chi rispetta le regole… e normale chi non le rispetta. La logica che considera fondamentale che uno Stato, per essere amministrato, ha bisogno di eroi che pagano le tasse e non cittadini normali che paghino le medesime tasse. Sia chiaro che non stiamo parlando del pelo nell’uovo, ma di un messaggio che i nostri amministratori e i tutori dell’ordine (fiscale nella fattispecie) devono dare agli amministrati e alla future generazioni di contribuenti. Un messaggio pessimo che darebbe a nostro avviso maggiori risultati se le energie e i fondi fossero utilizzati per diminuire il peso fiscale e non comprare e dare regali in piu’ a chi fa il proprio dovere di cittadino contribuente.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc