Lavoro, governo cerca 2 mld per ammortizzatori

Continua su LA STAMPA il dibattito sulla riforma del Lavoro, dopo la lettera del ministro Elsa Fornero pubblicata ieri dal quotidiano torinese. "Dentro il governo non molti credono che la riforma degli ammortizzatori sociali meriti un significativo investimento finanziario" si legge in un retroscena, ma "la linea del presidente del Consiglio non è cambiata: i fondi vanno trovati. E quanto alla strategia da seguire con i sindacati, Monti segue una linea molto diversa da quella perseguita a lungo da Silvio Berlusconi e Maurizio Sacconi, che puntavano a creare un solco tra la Cgil e gli altri sindacati. Il Professore non lo sbandiera, ma lo ha spiegato a chi di dovere: il governo non vuole dividere i sindacati. Non certo per buonismo, ma perchè Monti sa bene che con una Cgil all’angolo, il Pd sarebbe destinato ad avvitarsi in una crisi pericolosa per il governo. Già, ma quanti soldi sta realmente cercando il governo per gli ammortizzatori? Mercoledì la leader della Cgil, Susanna Camusso, sara’ impegnata negli Stati Uniti in un convegno alle Nazioni Unite e dunque è probabile che il tavolo finisca per essere riconvocato il 12 marzo. Per quel giorno, ancor prima che reperire risorse <<strutturali>>, il governo si sara’ chiarito sulla portata della riforma, sulla platea alla quale applicare le innovazioni in materia di ammortizzatori. In altre parole, Monti e Fornero dovranno decidere, una volta per tutte, come si modulera’ la nuova Cassa integrazione e le nuove forme di integrazione al reddito per chi ha perso il lavoro e soltanto a quel punto decideranno a quanto ammonteranno i fondi aggiuntivi necessari: due miliardi? Di piu’? Di meno? Certo, la riforma del mercato del lavoro non e’ fatta di soli ammortizzatori. La vera partita resta sempre la stessa, quello che la Fornero definisce ‘un adeguato grado di ‘buona’ flessibilita’".

Sempre LA STAMPA pubblica una intervista al leader Cisl Raffaele Bonanni che parla di flessibilita’ "malata": "’Solo in Italia la flessibilita’ non e’ stata gestita, ed e’ diventata spesso precarieta’. E senza affrontare questo problema, cui Fornero non fa cenno nella sua lettera, si rischia di creare un sistema sbagliato ed inefficace, o di lasciare moltissime persone senza tutela’".
E piu’ avanti spiega: "’la flessibilita’ ‘buona’ risponde a esigenze funzionali delle imprese. Quella ‘malata’ esiste solo per pagare meno il lavoro. Infatti non esiste ne’ in Francia ne’ in Germania ne’ altrove: e’ un’invenzione tutta italiana per fregare la gente e aggirare le regole. Questa flessibilita’ malata dev’essere fatta fuori, dev’essere resa illegale. Cosi’ com’e’ illegale in Europa. (à) La cosa e’ molto semplice: si aboliscano partite Iva fasulle, co.co.pro e tutto il resto. Stabilendo regole rigide che non si possano aggirare. E allora il sistema di protezione sara’ universale, efficiente e sostenibile’".