Sui funerali di Dalla la polemica omosessualità

Si sono svolti ieri a Bologna i funerali di Lucio Dalla. A salutare il cantante una folla silenziosa, decine di migliaia da tutta Italia. In chiesa, come voluto dai vescovi, non suonano le note dell’artista bolognese. La celebrazione è toccante e interrotta solo da alcuni applausi riportano le cronache. Che dedicano ampio spazio alle parole di Marco Alemanno e alla polemica sulla omosessualità del cantante, esplosa in particolare con le parole di Lucia Annunziata. Come riporta il CORRIERE: "’I funerali di Lucio Dalla sono uno degli esempi piu’ forti di quello che significa essere gay in Italia: vai in chiesa, ti concedono i funerali e ti seppelliscono con il rito cattolico, basta che non dici di essere gay. E’ il simbolo di quello che siamo, c’è il permissivismo purchè ci si volti dall’altra parte’. La giornalista parla nelle ore dei funerali di Dalla e il dibattito sulla sua frase inevitabilmente si sovrappone all’attualità più viva della cronaca: le modalità della cerimonia bolognese, il vincolo che legava Dalla a Marco Alemanno.

Sempre sul quotidiano di via Solferino: E’ rimasto, durante la messa in San Petronio, con la testa di capelli neri lasciata penzolare all’indietro, mentre Irene, una sua assistente, intrecciava forte le dita alle sue e ogni tanto lo accarezzava. Le lacrime si potevano solo intuire, da dietro gli occhiali scuri, ma quando Marco Alemanno li ha tolti, per salire sull’altare a leggere ‘Le rondini’", finche’ "la voce di Marco comincia a tremare, infine si rompe in singhiozzo quando conclude: ‘Oggi posso spiegargli che cosa mi ha dato e continua a darmi. Oggi insieme a voi posso dirgli grazie’. Non si e’ visto quasi, Marco, in questi giorni. Dicono che sia rimasto rintanato in silenzio nell’appartamento di Dalla, l’amico migliore, l’amico del cuore, pochi hanno osato dire il compagno. Ma adesso che Lucia Annunziata ha fatto outing alla memoria per il suo omonimo, si puo’ dire: compagno. Il cantante piu’ anticonformista aveva voluto imporsi: e nessuno aveva certo il diritto di costringerlo a fare diversamente. Mai parlato di omosessualita’. Cosi’, Marco era diventato ‘il suo piu’ stretto collaboratore’. Non importa se vivevano insieme da una decina d’anni e se erano inseparabili. Riservatezza da rispettare, si diceva. Ben schermata dal gruppo dei collaboratori.

Su LA REPUBBLICA il priore del monastero di Bose, padre Enzo Bianchi, firma un ricordo dell’amico: Tante volte assieme abbiamo parlato dell´Amore e Lucio ha voluto che fossi io a presentare a Torino nel dicembre scorso il suo ultimo album: ‘Questo e’ amore’. ‘Cos’e’ l’amore?’, mi chiedeva in un modo che pareva ossessivo. Non che non lo sapesse, ma voleva sempre mettersi alla prova, interrogarsi per verificare se i suoi rapporti, i suoi amori erano Amore.
‘Vorrei capire che cos’e’ l’amore, dov’e’ che si prende, dov’e’ che si da’: non sono versi frivoli, non sono parole leggere, sono invece l’espressione della sua appassionata ricerca dell’amore. Ci sono persone che per tutta la vita cercano solo l’amore, fino a essere vittime dell’amore che inseguono in modi a volte incomprensibili per gli altri.
Lucio era una di queste persone: cercava l’amore, ma soprattutto credeva all’amore. (à) Nella mia amicizia con lui, ultimamente c’era anche la presenza cara di Marco Alemanno, l’amico sempre accanto che con la sua ‘arte’ permetteva a Lucio di sperare contro ogni solitudine: ‘Buonanotte anima mia, adesso spengo la luce e cosi’ sia!’.
Buonanotte, Lucio, dormi, riposa nell’Amore, perche’ e’ certo che, come cantavi tu, ‘se Dio esiste voi, voi vi ritroverete la’, la’. Amore’. Si’, Lucio, ci ritroveremo la’, nell’Amore.

E su LA STAMPA e’ l’ex portavoce dell’Opus Dei, Pippo Corigliano: ‘C’e’ una grande affinita’ fra il messaggio di Dalla, con la sua umanita’ e anche con la sua professionalita’, e lo stile cristiano proposto dal Fondatore dell’Opus Dei’. ‘Dalla era estremamente umano, toccava tutte le corde del cuore, come piaceva a San Josemaría, non mi risulta che sia stato formalmente membro dell’Opus Dei ma questo non vuol dire: il messaggio dell’Opera e’ rivolto a tutti coloro che vivono la vita ordinaria, normale – racconta Corigliano -. La stima che Dalla aveva per il lavoro quotidiano, ben fatto, coincide con l’insegnamento di San Josemaría che proponeva la santificazione del lavoro mediante l’amore non solo per senso del dovere’. (à) Pasolini e Dalla.
Entrambi credenti ‘irregolari’ e gay. Devoti ed eretici. ‘Le vie del Signore sono infinite’, osserva Corigliano. Mai come ora la questione dell’omosessualita’ e’ fonte di ‘inopportune polemiche’. Per dialogare con l’Opus Dei, Dalla, praticante e devoto, aveva ‘il profilo ideale, cuore e laboriosita’. Il cuore ‘lo abbiamo sentito esprimersi nella sua arte’. La laboriosita’ e’ stata ‘la condizione necessaria per il continuo successo, alimentato da un lavoro altrettanto continuo’".