Lavoro: nuovo round su riforma, Camusso prudente su accordo a breve

Riprende in tarda mattina presso il Ministero del lavoro la trattativa tra governo e parti sociali. Il confronto s’incentrera’ soprattutto su riforma degli ammortizzatori sociali e dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, le due questioni su cui le posizioni restano distanti. Tocca al ministro Elsa Fornero la verifica delle possibilita’ di un accordo entro marzo, come chiesto dal presidente del Consiglio che questa mattina sara’ a Milano per un incontro a Piazza Affari con gli esponenti della finanza. Mario Monti si confrontera’ con i suoi interlocutori sulle prospettiva di ripresa dell’economia italiana ed e internazionale. Il premier si e’ gia’ incontrato con gli esponenti della finanza nei suoi recenti viaggi a Londra e New York. Sulla riforma del lavoro e’ intanto intervenuta ieri sera Susanna Camusso, segretaria della Cgil, nel corso della trasmissione televisiva ‘Che tempo che fa’ su Raitre: ‘L’ universalita’ degli ammortizzatori e’ una cosa giusta ma non sostituisce la cassa integrazione che consente la reindustrializzazione. Per uno strumento universale servono poi le risorse e per finanziarlo si puo’ pensare anche alla patrimoniale e alla lotta all’evasione’.
Questa posizione contrasta con l’idea del governo di sostituire la cassa integrazione con il sussidio di disoccupazione. La leader della Cgil ha infatti ricordato che la cassa integrazione puo’ durare fino a tre anni mentre il sussidio non piu’ di dieci mesi. Per Camusso, il problema resta comunque come creare occupazione e non soltanto aiutare chi il lavoro lo perde. Da qui la disponibilita’ alla trattativa: ‘E’ necessario che il paese abbia un intervento sul mercato del lavoro e credo sia necessario farlo con il contributo delle parti’.
Posizione distante dall’esecutivo pure sulla possibile riforma dell’articolo 18: ‘E’ una norma di civilta’. E’ esistita per tanti anni e nessuno ha mai sollevato problemi. Non si puo’ indebolirla. Non produrrebbe maggiore efficacia ma darebbe alle imprese il messaggio potete fare quello che volete. Quel che si puo’ fare e’ trovare una procedura per risolvere in tempi piu’ rapidi i contenziosi’. Camusso ricorda a tale proposito che ‘un procedimento giudiziario per licenziamento dura sei anni: questa e’ un’eccessiva incertezza sia per il lavoratore che per le imprese’. Alla domanda se sara’ raggiunta l’intesa sulla riforma del lavoro a fine marzo replica: ‘Dire che siamo vicini e’ un po’ presto’. Il confronto tra governo e parti sociali si ripercuote anche sul dibattito politico. Walter Veltroni, ex segretario del Pd e ora leader della minoranza del partito, in una intervista a ‘Repubblica’ dice si’ alla riforma dell’articolo 18 e a un sostegno all’esecutivo: ‘Questo governo tecnico ha fatto in tre mesi piu’ di quanto governi politici abbiano fatto in anni. Ha dimostrato non solo di voler risanare i conti, ma di voler cambiare molto del paese e vi sta riuscendo’. Veltroni ammonisce il suo partito: l’attuale governo e’ ‘una sintesi fra il rigore dei governi Ciampi e Amato e il riformismo del primo governo Prodi’. Il Pd ha il merito di aver fatto nascere il governo Monti, spiega l’ex segretario, e ora dovrebbe ‘sfruttare questa occasione per rilanciare un grande programma riformista’ di cui l’attuale premier, che non va ceduto alla destra, potrebbe essere tra i protagonisti. L’ex segretario conclude sull’articolo 18: ‘Totem e tabù si intitolava un libro di Freud. Ed è perfetto per definire gran parte del discorso pubblico in Italia. Bisogna cambiare un mercato del lavoro che continua a emarginare drammaticamente i giovani, i precari, il sud. Ci vogliono piu’ diritti per chi non ne ha nessuno. Questa e’ oggi una vera battaglia di sinistra’.
A Veltroni replica Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, con una lettera aperta su Facebook: ‘Per valutare il tasso di riformismo del governo Monti, dovremmo ricordare che il decreto salva Italia, oltre al brutale ed iniquo intervento sulle pensioni di anzianita’, in particolare delle donne, ha introdotto maggiori imposte per circa 40 miliardi all’anno’. Conclude Fassina: ‘Se il programma del governo Monti è l’orizzonte di una forza progressista come il Pd, allora delle due l’una: o il Pdl, che insieme a noi sostiene il governo Monti, è diventato un partito progressista, oppure la valutazione di Veltroni è sbagliata’. A difesa dell’articolo 18 si schiera Antonio Di Pietro, leader dell’Idv: ‘La cancellazione o la modifica dell’articolo18, che chiede anche Veltroni, non sarebbe solo una grande ingiustizia e la lesione di un diritto sacrosanto. Sarebbe anche un polverone alzato apposta per nascondere l’incapacità di fare sul serio qualcosa per rendere di nuovo competitivo il sistema Italia. Parlare di rimuovere i sostegni alla disoccupazione significa buttare un cerino in un bidone di benzina. Non vorrei che tutto cio’ nascondesse l’intenzione di rimuovere la cassa in deroga per risparmiare’, dice Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, in una intervista a Sky Tg24.