CARCERE: LA DIFFICILE SITUAZIONE DELLA STRUTTURA DI MESSINA

È passato un altro anno e la situazione del personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso il carcere di Gazzi di Messina si è ulteriormente aggravata raggiungendo e superando ogni concepibile limite.

A dichiararlo è il segretario provinciale dell’OSAPP Salvatore Chillemi, che constata l’assoluta assenza da parte degli organi competenti del D.A.P. (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) per trovare idonee soluzioni a risolvere l’annosa questione della carenza di personale.

Infatti, continua il sindacalista, lo scorso anno solo gli enormi sacrifici del poco personale del Nucleo Provinciale, che può contare solo 50 unità, e il supporto quotidiano del personale che opera nel Reparto si è riuscito a garantire quasi 3000 traduzioni di detenuti e più di 50 piantonamenti in corsie di ospedale.

Tutti questi sacrifici, continua Chillemi, sono stati ripagati solo in parte perché non ci sono i fondi necessari per pagare tutte le prestazioni di lavoro straordinario effettuate mensilmente che in molti casi possono anche superare le 70 ore mensili.

A questo, aggiunge il sindacalista, sino a poco tempo addietro non vi erano neanche i soldi necessari per la manutenzione ordinaria degli automezzi e pertanto oltre alla carenza di personale e soldi non c’erano neanche i mezzi.

La questione dei mezzi, continua il dirigente sindacale, pare essersi temporaneamente sanata grazie ad una cospicua assegnazione che ha consentito le riparazioni necessarie, ma purtroppo si parla sempre di automezzi che il più delle volte hanno superato i 300.000 Km e pertanto un ulteriore guasto è “sempre dietro l’angolo” con evidenti ripercussioni per il delicato compito delle traduzioni.

Conclude, il segretario dell’OSAPP, che qualora non ci siano in un prossimo futuro segnali di concreta attenzioni nei confronti del personale di Polizia penitenziaria peloratino importanti servizi quali quello delle traduzioni in Aule di Giustizia potranno sicuramente essere messi in serio rischio con conseguenze importanti, oltre che deleterie, per l’intera macchina della Giustizia.