Cosentino, ora anche la Lega è per l’arresto

"Lega voterà per l’arresto di Nicola Cosentino, il deputato del Pdl sotto accusa per ‘riciclaggio e rapporti criminali’, come argomenta il Tribunale del Riesame di Napoli, che chiede alla Camera di dare il via libera alla custodia cautelare". La cronaca de La Repubblica. "La "condanna" è stata decisa dalla segreteria politica riunita ieri in via Bellerio. Una sentenza inappellabile, a meno che il Cavaliere non riesca nell’impresa di far cambiare idea a Bossi. Ieri sera è partito il pressing del leader del Pdl, che ha chiamato il capo del Carroccio ad Arcore per discutere della vicenda. Un invito preceduto da una telefonata a Bobo Maroni, favorevole alla linea dura su Cosentino. ‘Cercherò di convincere Bossi’, gli ha preannunciato Berlusconi. Il Cavaliere, che è rimasto in contatto con Cosentino tutto il giorno, tornerà oggi a Roma e stasera ha già convocato un vertice del Pdl a palazzo Grazioli. ‘Non possiamo far sì che si ripeta il "caso Papa"’ è il leitmotiv dell’ex premier, rimasto ‘amareggiato’ per la decisione ‘tutta e soltanto politica’ della Lega. Luca Paolini e Giulio Follegot, i due membri leghisti della Giunta per le autorizzazioni (si riunisce oggi, il voto definitivo dell’aula e’ fissato a giovedi’), hanno intanto presentato una relazione a via Bellerio in cui si esclude che contro Cosentino ci sia fumus persecutionis da parte della magistratura. Il Senatu’r si e’ detto d’accordo (avrebbe pure fatto una battutaccia sul ‘napoletano’ Cosentino), anche se qualcuno ha prospettato l’ipotesi del voto di coscienza. Roberto Calderoli ha diradato ogni dubbio: ‘Dobbiamo esprimere una posizione netta’. E questa è diventata la linea ufficiale della Lega. Linea non scontata. I deputati padani avevano già salvato Cosentino dal carcere nel 2009, quando prevalsero le ragioni dell’alleanza con Berlusconi. Lo scorso 21 dicembre invece, di fronte a una nuova richiesta della magistratura di Napoli, i due membri leghisti della Giunta per le autorizzazioni si erano espressi (insieme al Pdl) per il rinvio. Nel Pdl si mastica amaro: ‘C’e’ da sperare che in queste ultime ore la Lega riveda la sua posizione’, dice il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri’. ‘Ognuno risponderà alla propria coscienza’, aggiunge Maurizio Paniz. Il Pd, con Marilena Samperi mette il dito nella piaga: ‘Berlusconi non è riuscito a convincere Bossi; o forse Bossi non è riuscito a convincere Maroni?’. E proprio l’ex ministro dell’Interno (fin dall’inizio schierato per il sì all’arresto), ieri in via Bellerio si è abbandonato a un amaro sfogo contro i suoi avversari interni.
‘Ti hanno convinto – ha detto rivolto a Bossi – che io voglio diventare capogruppo alla Camera per farmi un mio partito, perche’ da quella postazione potrei disporre dei soldi necessari; non e’ vero e contro chi lo dice passero’ alle vie di fatto, ma ritiro la mia candidatura, cosi’ ti metti il cuore in pace e io potro’ avere le mani libere’. La versione degli amici del capogruppo Marco Reguzzoni e’ ovviamente diversa: "Bobo" sapeva che Bossi aveva gia’ deciso di confermare Reguzzoni, e ha rinunciato perche’ non vuole aprire una guerra che avrebbe di sicuro perso. Tanto che il "capo" avrebbe ribattuto a muso duro all’ex ministro: ‘Non hai capito niente, io a te il capogruppo non l’avrei comunque mai fatto fare’ In via Bellerio si e’ parlato anche dei soldi di partito, una decina di milioni, investiti in fondi con base in Tanzania e Cipro e in Corone norvegesi dal tesoriere Francesco Belsito. Un azzardo off shore sul quale dirigenti, a cominciare da Maroni, e semplici militanti hanno avuto molto da dire. Belsito ha spiegato che nulla e’ stato tolto alle dotazioni dei segretari regionali e che quei soldi investiti sono destinati alla campagna elettorale. Bossi non ha fatto una piega, ma Maroni e i suoi vogliono vederci chiaro. E chiedono di convocare il consiglio federale entro fine mese".