LEGAMBIENTE EMILIA-ROMAGNA ANCORA SFORAMENTI QUALITà ARIA

Nel primo giorno dell’anno Legambiente Emilia-Romagna ha voluto ricordare che ‘il 2011 si e’ chiuso con un ennesimo periodo di sforamenti dei limiti sulla qualità dell’aria. Il numero di giorni di superamento dei limiti delle PM10 (le polveri sottili) – ha sottolineato – quest’anno sono giunti a valori astronomici, ben più alti del 2009 e del 2010 e le ultime settimane sono state caratterizzate da continua emergenza’. In testa alla classifica negativa (stilata da Legambiente sula base di dati Arpa) c’è Parma con 92 giornate di sforamento (contro le 61 del 2010 e le 62 del 2009), seguita da Modena con 89 (82 e 78 nei due anni precedenti) e da Reggio con 84 (84 e 80). Piacenza è quarta con 79, ma è l’unica ad aver migliorato rispetto al 2010, quando le giornate ‘nere’ furono 83 (63 nel 2010). Quinta è Rimini con 73 (ma con un peggioramento notevole, come Parma, sui due anni precedenti: 58 e 36). Poi Ferrara con 71 (59 e 66), Bologna con 68 (62 e 50) e Ravenna con 67 (47 e 37). Ultima, quindi nella situazione migliore, è Forlì con soltanto 47 giornate con troppe polveri sottili, ma anche lei in leggero peggioramento sulle 45 del 2010 e le 37 del 2009.
‘Purtroppo le reazioni dei comuni e della Regione sono state ancora una volta deboli e contraddittorie – ha criticato Legambiente – con blocchi del traffico programmati, poi revocati ai primi segnali di pioggia, per poi essere riattivati poco dopo. Un comportamento che non e’ coerente con la gravità del fenomeno e con gli effetti sulla salute. E’ bene ricordare, come cita anche il sito dell’Arpa, che l’aumento delle concentrazioni delle PM10 e’ direttamente correlabile a aumento di ricoveri ospedalieri e di patologie per cause respiratorie e vascolari’. Per questo l’associazione ambientalista ha chiesto ‘che il 2012 si apra con una maggiore fermezza e con la capacita’ della regione e dei sindaci di mettere in atto azioni di emergenza serie e continuative assieme ad azioni strutturali sul traffico. Se i blocchi del traffico episodici non risolvono il problema a monte – ha ribadito -, è necessario comunque un forte segnale culturale che l’uso dell’auto privata deve diventare sempre più ridotto nelle nostre città. Quindi i blocchi devono essere mantenuti ed estesi ad ampie aree delle città, riducendo al minimo le deroghe. In questo, una menzione di coraggio va al comune di San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, che pur avendo meno di 50.000 abitanti dal 2004 ha aderito all’Accordo di Programma sulla qualità dell’aria, e che quest’anno ha emanato un’ordinanza prevedendo per una settimana intera e su tutti i giorni la regolamentazione più restrittiva sulla circolazione dei veicoli, tipica dei giovedì di gennaio.
Inoltre ha aggiunto la disposizione ad abbassare la temperatura massima di esercizio del riscaldamento, e riducendone il funzionamento di un’ora al giorno’.
Quanto alle azioni strutturali, per Legambiente, ‘è necessario destinare i fondi per gli investimenti con priorità assoluta al trasporto pubblico cittadino e pendolare e alla rete delle piste ciclabili. Al contrario la nostra Regione – altra critica – sembra avere una particolare predilezione per strade e autostrade. Anche sul versante delle abitazioni l’urgenza è quella di mettere mano alla riqualificazione delle città riducendo i consumi del patrimonio edilizio costruito dal dopoguerra agli anni ’90, individuando gli strumenti urbanistici ed economici per farlo. Insomma se nell’immediato i blocchi del traffico sono la soluzione da applicare – è stata la conclusione di Legambiente -, nel lungo termine la lotta allo smog si fa con i piani regolatori e sulla scelta degli investimenti infrastrutturali’.