50mila siciliani con spondiloartriti, appello delle Università di Palermo, Catania e Messina: “Attenzione al mal di schiena”

PALERMO – Nella regione Sicilia sono circa 50.000 le persone colpite da spondiloartriti, un gruppo di malattie reumatologiche caratterizzate da infiammazione e forti dolori alla colonna vertebrale o alle articolazioni di mani, piedi, ginocchia ecc. Si tratta di malattie infiammatorie croniche autoimmuni – tra cui spondilite anchilosante e artrite psoriasica – che interessano principalmente gli adulti nel pieno della loro vita sociale e professionale, ma nonostante questi numeri il ritardo diagnostico è ancora troppo alto. 

 

“Le spondiloartriti possono avere conseguenze anche molto gravi, per cui è importante imparare a riconoscerle subito. In caso di mal di schiena o dolori alle articolazioni che si manifestano prima dei 40 anni e durano anche diversi mesi, occorre rivolgersi al medico e non tentare soluzioni fai da te” – dichiara Giuliana Guggino, professore associato di Reumatologia all’Università di Palermo e Responsabile UO di Reumatologia AOUP P. Giaccone. E, come conferma Fabiola Atzeni, professore ordinario dell’Università di Messina“I sintomi della spondilite anchilosante e dell’artrite psoriasica possono trarre in inganno ed essere confusi, ad esempio, con un banale mal di schiena, oppure in molti casi si associano a una comune malattia cutanea come la psoriasi. Velocizzare il raggiungimento di una diagnosi e dare rapidamente l’avvio alle cure, rappresenta un vantaggio significativo per il benessere del paziente, visto che le cure ci sono e permettono il ritorno a una vita normale”.

Dopo l’approvazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), è ora disponibile in Sicilia una terapia innovativa sia per la spondilite anchilosante che per l’artrite psoriasica che si somministra una volta al giorno per via orale.

“Oggi i medici hanno a disposizione varie terapie efficaci, tra cui upadacitinib, appena approvato dall’Aifa e già disponibile nel nostro Centro, capaci di indurre la remissione in una rilevante percentuale di casi” – dichiara Michele Colaci, professore di Reumatologia dell’Università di Catania, responsabile dell’UOS di Reumatologia dell’Azienda Ospedaliera per l’Emergenza Cannizzaro, Catania. “Con il termine ‘remissione’ si intende una condizione di malattia spenta, che quindi non procura più dolore infiammatorio, con arresto della progressione del danno articolare. Questi obiettivi sono più facilmente raggiungibili se le terapie vengano iniziate tempestivamente, per cui è determinante la diagnosi precoce, rivolgendosi tempestivamente allo specialista reumatologo”. Le spondiloartriti – che colpiscono circa 600mila persone in Italia – possono causare dolore intenso, mobilità limitata e danni strutturali a lungo termine in una popolazione relativamente giovane, ancora nel pieno della propria vita sociale e produttiva, in quanto il picco d’esordio è tra i 25 e i 40 anni. Successivamente ad un corretto inquadramento diagnostico il paziente sarà avviato il più precocemente possibile alla terapia.