25 aprile, Radicali Italiani: i temi della conferenza stampa a Kyiv

Si è svolta presso l’Ukraine Media Center di Kyiv la conferenza stampa di Radicali Italiani intitolata ‘Un 25 aprile anche per l’Ucraina’, a conclusione dei quattro giorni di permanenza nella capitale di una delegazione radicale. Sono intervenuti Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani. Gli esponenti radicali hanno ringraziato le istituzioni e la società civile per l’accoglienza ricevuta in questi giorni. Nel corso di ben sedici incontri, i Radicali si sono confrontati con esponenti di ONG, di partiti politici, di associazioni, con parlamentari e membri del governo ucraino.

In conferenza stampa Radicali Italiani ha ribadito gli obiettivi che sta perseguendo, ogni giorno, dal 24 febbraio 2022, ovvero dalla data della seconda aggressione russa all’Ucraina:

1) continuazione della campagna “Putin all’Aja” (10.000 firme di cittadini sono già state consegnate alla Corte Penale Internazionale); dopo la formale incriminazione di Putin da parte della CPI si prosegue con il massimo sostegno politico e finanziario per la raccolta delle prove e per l’isolamento Internazionale del dittatore russo;
2) richiesta al governo ucraino di adesione alla Corte Penale Internazionale; 3) completo sostegno alla richiesta dell’Ucraina di entrare a far parte dell’Unione Europea;
4) la promozione di gemellaggi fra città italiane ed ucraine, anche in previsione dell’aiuto che servirà per la ricostruzione delle zone del territorio ucraino devastate dagli invasori russi; 5) sostegno incondizionato all’invio di sistemi d’arma dall’Italia all’Ucraina; 6) dura opposizione al referendum con cui, sotto il falso cappello della “pace”, si vogliono negare all’Ucraina le armi per difendersi. Si tratta, evidentemente, di un referendum filo-Putin; 7) richiesta al Presidente della Repubblica e al Ministro degli Esteri di revocare per indegnità 19 onorificenze concesse a uomini di Putin, fra cui il portavoce di Putin Dmitry Peskov e l’ambasciatore russo in Italia Aleksej Paramonov.