
Ci sono enormi interessi dietro il polo petrolchimico: un fatto innegabile. Le istituzioni locali hanno rassicurato le cittadinanze dei diversi quartieri, ma se parliamo con i tecnici al lavoro nell’area dell’ex Enel, rispondono con circospezione e alla fine dicono: “Non posso dire niente di ufficiale, ma sì, è possibile che il petrolchimico venga spostato sotto la Lanterna”.
Se ne parla fra le righe e se sono vere le indiscrezioni, non si è rinunciato all’ipotesi di spostarlo proprio lì, nel luogo meno idoneo: a Sampierdarena, sotto la Lanterna, dove produrrebbe esalazioni inquinanti intollerabili per l’ambiente e la cittadinanza, portando tumori, leucemie, malattie cardiovascolari, polmonari e altre gravi patologie. Le autorità usano toni rassicuranti. Il sindaco ha pubblicamente escluso questo vero e proprio attentato all’ambiente e alla salute pubblica.
Vogliamo credergli, ma il passato di Genova, una città che ha subito gli effetti dell’inquinamento e dello scempio industriale pagando un prezzo drammatico, ci invita ad essere sempre vigili, sempre attenti. E’ proprio l’attenzione di chi analizza le attività del porto a dare la netta sensazione che a poco a poco si stia preparando il trasferimento degli impianti. Il marketing della pericolosa azienda sembra già iniziato e nei giorni futuri dobbiamo aspettarci che i media diffondano notizie rassicuranti. Lo sanno bene nelle città dell’Amazzonia, dove nell’imminenza di scelte devastanti per l’ambiente e la salute dei cittadini, iniziano a fioccare notizie che confondono l’opinione pubblica. Ed ecco apparire sui giornali pareri di “esperti” e politici che assicurano che non vi sono rischi, che gli impianti sono ecologicamente compatibili, che non emanano alcuna sostanza tossica. E contemporaneamente si prospetta la “carota” dei nuovi posti di lavoro. Un copione già letto, prima di tante tragedie ambientali e umanitarie.
Intanto, sui quotidiani del 25 novembre 2017, apprendiamo che impianti e cisterne pieni di materali tossici – sostanze proibite secondo tutti gli standard internazionali che tutelano la salute della gente e dell’ambiente – avrebbero addirittura vinto un premio per la loro “pulizia”. Tre stellette che dovrebbero attestarne l’idoneità ad essere trasferite a Sampierdarena. Se però leggiamo con attenzione la notizia, vediamo da chi proviene il riconoscimento. Nessun istituto che si occupi di salute o ambiente, ma l’Autorità garante della concorrenza. Le notizie presentano anche le dichiarazioni di chi dirige l’azienda. Un’intervista da leggere attentamente, perché illustra il progetto in corso, proponendo ai lettori rassicurazioni… esopiche.
"E’ importante che la società civile e i cittadini di Sampierdarena e di tutte le zone che verrebbero colpite dai danni del petrolchimico,” commenta Roberto Malini, co-presidente di EveryOne Group, organizzazione internazionale per i diritti umani, "siano pronti a dire no a questo progetto irresponsabile e mortifero. E accanto a loro, medici e ricercatori, che stiamo contattando. Abbiamo dati sanitari e ambientalistici che dimostrano cosa accadrebbe alla nostra città se questa follia diventasse realtà”. Vi è inoltre chi teme che, oltre ai danni intollerabili sulla salute e sull’ambiente, gli impianti costituirebbero – per la loro stessa posizione e visibilità – un pericolo di proporzioni apocalittiche in caso di incidente o atto terroristico.