Organici docenti, scoperto il bluff del Governo: saranno convertiti soltanto alcuni spezzoni orario

Il ricorso alla Cedu è la risposa dell’Anief alla Circolare ministeriale n. 21315/17 del 15 maggio scorso, contenente lo schema di decreto sulle dotazioni organiche del personale docente per l’anno scolastico 2017/2018, perché nell’attuare i commi 364, 366, 374, 374 dell’art. 1 della Legge 232/2016 sul Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019, al turn-over aumenta soltanto 15.100 per l’assunzione del personale docente a fronte di più di 100 mila supplenze ogni anno assegnate per il regolare avvio dell’anno scolastico. Di queste, 2 mila sono riservate ai licei musicali, 3.600 su posti di sostegno. Comunque la norma interviene per incrementare l’organico di diritto da una sola parte dei 30 mila spezzoni presenti in organico di fatto, lasciando intatta la presenza di posti non convertibili in ruolo come previsto dall’art. 1, comma 69, della legge 107/2015.

Per il giovane sindacato si potevano quantificare cattedre ulteriori rispetto a quanto indicato nella Circolare, come ha chiarito anche Tuttoscuola: “se fossero stati autorizzati anche quei 20mila posti per accorpare gli spezzoni di cattedra di cui aveva parlato più volte la ministra Fedeli, sarebbe rimasto da stabilizzare un terzo degli spezzoni di cattedra, riducendo sensibilmente l’instabilità di questi settori”,

Lo stesso Ministero dell’Istruzione dimentica pure il d.lgs. 59/17 che supera la sperimentazione delle classi primavera nonostante i proclami: in base a quanto contenuto nel decreto delegato 65, pubblicato la scorsa settimana in Gazzetta Ufficiale, sull’Istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni, risulta infatti che le sezioni Primavera saranno rese attivabili solo se compatibili con ‘le risorse finanziarie destinate allo scopo a legislazione vigente’. È una postilla, inserita in calce all’articolo 2, spuntata all’ultimo momento che cambia molto le cose”. “Perché significa che ora – continua il sindacalista autonomo – le classi ulteriori di bambini della scuola dell’infanzia si creeranno solo in presenza di adeguata copertura finanziaria. Smontando, di fatto, un bel pezzo di aspettative sulla riforma del segmento 0-6 anni. E anche andando a ridurre ulteriormente gli organici dei maestri d’infanzia, che ricordiamo risultavano già tra i più penalizzati dalla riforma Renzi-Giannini, visto che non sono stati contemplati nel piano straordinario di assunzioni della Legge 107/2015, né nel successivo potenziamento degli istituti scolastici, proprio in attesa dell’entrata in vigore della riforma di settore”.

“Non va meglio ai docenti della classe di concorso A023 italiano per stranieri, visto che a fronte degli 853mila studenti alloglotti e di centinaia di insegnanti vincitori dell’ultimo concorso, il Miur ha deciso di istituire per questa disciplina la miseria di due posti su potenziamento solo per i CPIA. Lasciando ancora un anno senza lavoro chi era stato scelto, previa selezione pubblica nazionale, per fare questo prezioso lavoro di insegnamento, fondamentale per l’integrazione dei tanti alunni e studenti non italiani che frequentano le nostre scuole. Anche in questo caso – conclude Pacifico – le necessità di cassa hanno prevalso sulle buone intenzioni del legislatore”.