IONONSONOBUDDACE – A volte succede, però non facciamo drammi

di Roberto Gugliotta

Messina, la povertà dà alla testa: scandali, tangenti, criminalità. Messina, una crisi politica senza precedenti. Altro che rivoluzione, lotta per gli ultimi. Vien quasi da pensare che la nostra storia perpetui una qualche memoria genetica, sì che figli, nipoti e pronipoti ideali di tramontate generazioni, anche se ignari delle lontane cronache del passato, siano portati a riprodurre, con impressionante analogia, oggi come allora, pulsioni e comportamenti diversamente etici, quanto del tutto dissociati dalla realtà. E anche la risposta è altrettanto segnata da un automatismo ripetitivo: quasi bastasse dichiararsi indignati, vigili e uniti verso i nuovi picari, qualificare come "aberrante" e "farneticante" il loro linguaggio, scaricare la propria sacrosanta indignazione contro quel politico per una sua frase infelice. Epperò siamo stati spolpati e oggi ne subiamo le conseguenze. Spolpare: togliere a qualcuno gran parte del suo denaro o dei suoi averi… “con queste tasse ci stanno spolpando”. Rimasticare formule e parole consunte non aiuta a capire. Messina è una città senza futuro? Una volta ancora dobbiamo sforzarci di leggere – e non è detto che ci si riesca – le peculiarità dell’essere senza dignità. Politica, Chiesa e Istituzioni hanno mostrato più di una volta la loro debolezza nel resistere alle tentazioni quotidiane. Ricordo le vigliaccate colorate di Sistema e penso che sono vivo, osservo il panorama e scommetto di tornare tra dodici mesi e scrivere sul sacco edilizio, fallimenti, scalate imprenditoriali. Camminando a testa alta. Come direbbe qualcuno: l’imbecillità è il collante che tiene insieme i pezzi di un sistema. Sintomatici ed emblematici tanti modi di dire e di fare di quanti sono stati collocati come ingranaggi più o meno grossi, più o meno vicini al pignone principale. “Io non ero d’accordo su questo punto… Io avevo chiesto che ci si soffermasse su un’altra problematica… ma poi altri hanno imposto diversamente… Io non c’entro”. Sono indizi linguistici usati come maschere per pusillanimi. Perché non si lascia la poltrona e non si rifiuta di farsi usare per logiche e strategie contrarie alla propria coscienza? Quanto fa male vedere e sentire chi prima si scagliava contro il potere e poi – beneficato nei propri interessi – ne diventa strenuo difensore. Grave perché profetica la scelta di Karl Barth. Per prendere le distanze dai suoi maestri tedeschi che avevano dichiarato il loro sostegno alla prima guerra mondiale, preferì andare a fare il pastore in un piccolo villaggio svizzero anziché stare su una cattedra universitaria. Nel giorno in cui IMG Press festeggia la meravigliosa nascita (12 maggio 2002 – 12 maggio 2016) e la mia analisi può sembrare una risposta allo spazio assente. La considero, soprattutto, una scelta razionale e coraggiosa, forse una riaffermazione dello spirito sulla materia e sull’oltraggio del silenzio complice. Come poter dimenticare chi ha avuto paura, chi è stato indotto per un attimo a ripensare la sua scelta di voto, chi ha ascoltato cercando di capire e chi ha scrollato le spalle non fidandosi di niente e nessuno. Non si può dimenticare chi ti ha pugnalato alle spalle!