Si è svolto in Senato, presso la Sala Isma, il convegno “O capitana, mia capitana!”, iniziativa promossa dalla Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli con l’Uisp per fare un passo in avanti nel dibattito sulla parità di genere nello sport. Sono intervenuti Josefa Idem, Senatrice e campionessa olimpica, Manuela Claysset, Presidente Consiglio Nazionale e Responsabile Politiche di Genere UISP, Francesco Soro, capo di gabinetto del Coni, Vincenzo Manco, Presidente Nazionale UISP, e la giornalista Rai Ivana Vaccari, mentre Carolina Morace, ex capitana della Nazionale italiana di calcio femminile, ha inviato un contributo video. Sono intervenuti inoltre i deputati Laura Coccia e Filippo Fossati, Katia Serra, ex calciatrice e commentatrice sportiva, Loredana Pesoli, Assist, Raffaella Chiodo, Uisp. La senatrice Valeria Fedeli, impossibilitata a partecipare a causa dei lavori in aula, ha inviato un messaggio: "La mancata qualificazione delle discipline sportive femminili come professionismo – ha scritto Valeria Fedeli – determina pesanti ricadute in termini di assenza di tutele sanitarie, assicurative, previdenziali, trattamenti salariali, per questo abbiamo presentato un disegno di legge per modificare la normativa attuale e promuovere l’equilibrio di genere nei rapporti tra società e sportivi professionisti: una norma di civiltà per introdurre un cambiamento nel nostro Paese ed aggiornare le norme sportive coerentemente con i principi costituzionali, nonché con il più avanzato diritto europeo e internazionale, in materia di pari opportunità tra donne e uomini".
Manuela Claysset, presidente del Consiglio nazionale Uisp ha rilanciato l’attualità della Carta dei diritti delle donne nello sport, promossa dall’Uisp nel 1985: “Un documento che andrebbe recepito in maniera vincolante dal mondo sportivo, politico e istituzionale perché và nella direzione delle pari opportunità, dei pari diritti e di una maggiore presenza delle donne nello sport”. Particolare attenzione è stata rivolta, negli interventi, ai linguaggi dei media e alla progettazione e ristrutturazione degli impianti sportivi in modo da dedicare scelte appropriate ai tempi e agli spazi delle donne, anche considerando le diverse culture e religioni.