Vertenza Città del Ragazzo, la FP CGIL chiede certezze sul futuro

Nel corso dell’incontro di ieri il sindacato ha evidenziato la necessità che ogni garanzia economica per i lavoratori venga sancita nel corso di apposito tavolo prefettizio

«I primi step verso la risoluzione della vertenza sono stati mossi in Prefettura ed è lì che dovrà essere sancito l’accordo riguardo alla sottoscrizione di un eventuale piano di rientro l piano di rientro degli stipendi arretrati e sulla possibilità dei contratti di solidarietà ». Secondo la segretaria della Funzione pubblica della CGIL, Clara Crocé, non può esserci alternativa al coinvolgimento dell’ente di piazza Unità d’Italia per cercare di ridare dignità e diritti a tutti i dipendenti che finora hanno patito le incertezze di una situazione piena di ostacoli e momenti bui. Nel corso dell’incontro che si è tenuto ieri tra il Presidente il consigli odi Amministrazione e i consulenti del lavoro della Fondazione e le OOSS. Per la FPCGIL presenti anche una delegazione di lavoratori e l’avv. Lucia Noschese.
I lavoratori percepiscono acconti (dai 500 agli 800 euro) sugli stipendi arretrati che per molti di loro ammontano a 12 mesi di arretrati. Gli acconti spesso, come verificato attraverso i bonifici in favore dei lavoratori vengono effettuati dopo 50 giorni. Se la Fondazione ha difficoltà a liquidare gli acconti stipendiali dalla con cadenza mensile – continua Clara Crocè – è legittimo chiedere se i contratti di solidarietà, non accompagnati ad un rilancio della Fondazione, possano essere l’unica soluzione praticabile. E’ormai palese la gestione fallimentare della Fondazione e in particolare della Casa per anziani “Pro Senecutude”, nessuna iniziativa è stata intrapresa per il rilancio della struttura., per questo motivo i lavoratori mostrano diffidenza e non sono disponibili ad ulteriori sacrifici .
«Il passaggi in Prefettura – ha dichiarato la Crocé – si rivela fondamentale nell’ottica della piena risoluzione di una vertenza che altrimenti rischia di vedere uscire con le ossa rotta i tanti lavoratori che già assicurano l’assistenza agli anziani con enorme difficoltà per assicurare il rispetto degli standard regionali i lavoratori non possono andare in ferie o ammalarsi. Diversamente, viene da chiedersi quale soluzione possa essere ravvisabile al fine di far uscire il personale dall’incubo occupazionale in cui è piombato».