
Alcun dubbio che i temi allo studio sono di scottante attualità e richiedono interventi urgenti,non superficiali,ma miranti alla eliminazione delle troppe criticità che si sono prodotte. L’attività di gestione delle Agenzie Fiscali segna un tempo più che sufficiente per verificare quali correttivi debbano apportarsi per migliorarne il rendimento. E’ quasi pleonastico dire che a porsi in prima linea è l’ Agenzia delle Entrate, che già era un organismo non da poco, e che ora ha assunto la dimensione di una megastruttura a seguito dell’accorpamento dell’Agenzia del Territorio,avvenuto nell’anno 2012,e forse con troppa fretta, se poi il tempo dimostrasse che i disagi sono di gran lungo superiori al risparmio di spesa. Non è questo il thema decidendum, ma tant’altro c’è da fare.
La recente sentenza della Consulta che ha azzerato gli incarichi dirigenziali che erano stati affidati a soggetti non dirigenti sta causando non pochi scompensi gestionali per cui urgono interventi di riequilibrio che appaiono prodromici al raggiungimento di importanti obiettivi. Non è pensabile che possa instaurarsi un diverso rapporto tra il fisco ed il contribuente se l’uno e l’altro non recuperano in fretta la reciproca credibilità che è condicio sine qua non per avviare un serio contrasto alla evasione fiscale nelle sue diverse manifestazioni. Si evadono le tasse ponendo in essere sofisticati aggiustamenti contabili che riducono la base imponibile, ma accade anche di peggio. Il risultato resta invariato, solo che i più “ attrezzati “ manipolano cifre e poste di bilancio servendosi di leggi che finiscono per sortire effetti diversi da quelli che le avevano ispirate,quando non accade pure che arrivino in soccorso dei malintenzionati norme calate in leggi di diverso oggetto e contenuto. Si tratta allora di soppesare i danni che produce l’erosione fiscale e valutare la opportunità che si costituisca una Commissione di studio composta da esperti che sfrondino la giungla delle leggi agevolative da tutte quelle che si rilevino perniciose e raccogliendo quelle utili in una sorte di Testo Unico. Vale la pena di ricordare i guasti prodotti dalla legge 2/7/1949 n.408, in materia di edilizia residenziale, la cui vigenza durò fino a tutto l’anno 1985 inondando di un colossale contenzioso gli Uffici, le Commissioni Tributarie e finanche la giustizia ordinaria fino alla Cassazione.
L’evasione fiscale c’è, è tanta,ed è associata al tristo fenomeno della corruzione, come sostengono gli osservatori al di sopra dei quali lo certifica la Corte dei Conti che annualmente dirama cifre da capogiro. E’ cosa buona e giusta che il Fisco recuperi un rapporto di leale collaborazione con il contribuente ed eviti comportamenti invasivi,sarebbe però una imperdonabile stranezza se passasse l’idea di un Fisco divenuto il Calandrino di boccaccesca memoria.Il lavoro che è chiamata a svolgere L’Agenzia delle Entrate è immane,complesso e difficilissimo. Riorganizzare un colosso di dimensioni gigantesche significa curarne la collocazione logistica, significa aprire palestre di formazione e di aggiornamento ad alto livello,significa provvedere allo stanziamento di risorse economiche e strumentali, significa la verifica periodica e capillare degli indici di produttività. Gli accertamenti ex cathedra sono un ricordo del passato che oggidì si rivelano quasi inconcludenti. Serve il controllo del territorio.discreto quanto si voglia, ma continuo ed incisivo che sarà efficace solo se svolto da specialisti del diritto societario e della contabiilità aziendale.
Il grande economista Epicarmo Corbino sosteneva che nel bilancio sa leggerci solo chi lo ha redatto. Esperti economisti ritengono che l’I.V.A. sia la Madre della evasione fiscale,posto che determina la indebita appropriazione del tributo e apre la strada alla evasione del reddito. Non sarà mai possibile valutare una posizione iva sulla base della dichiarazione di imposta che ovviamente contiene numeri situati. Il legislatore ordinario deve però fare la sua parte.Non può e non deve accadere che la legge che ripristina il reato di falso in bilancio venga giudicata peggiore della precedente che lo aveva abolito, quando si capisce benissimo che, al di là dell’aspetto penale, la norma è uno strumento indispensabile per smascherare furbi e furbetti di vario taglio, ma anche la letale commistione tra il lecito e l’illecito.
Si può fare, esistono le condizioni per rendere l’Agenzia delle Entrate, che è la massima Agenzia Fiscale, efficace ed efficiente, ma non bastano le menti amministrative se al loro fianco non c’è la volontà politica.
Infine anche la riscossione abbisogna di attenta rivisitazione.Senza voler ripercorrere l’esegesi storica che ha caratterizzato il servizio, tanto importante, quanto complicato, anche qui serve un approfondito monitoraggio dei carichi iscritti a ruolo che pur avendo i requisiti di certezza,liquidità ed esigibilità, sono di fatto inesigibili per varie cause.Ma se il tempo si è incaricato di congelare i crediti erariali, resta tuttavia l’inutile ingombro dei cosi detti residui e di montagne di carte che servono solo da pasto ai comuni roditori. Un dato di fatto è incontrovertibile.Quando ciascun ufficio provvedeva ex se alla riscossione dei carichi, il servizio era più snello, molto più efficace, e sicuramente meno costoso. Non è un ritorno nostalgico al passato, ma la memoria del passato attraverso il presente costruisce il futuro.
Pietro Paolo Boiano