
Luca di Montezemolo lancia il movimento Verso la terza Repubblica ispirato dall’esperienza del governo Monti e ‘propedeutico’ a un possibile nuovo impegno alla guida del paese per l’attuale presidente del Consiglio. Ma il diretto interessato, Mario Monti, pur apprezzando l’iniziativa per ora non sbilancia.
Il leader di Italiafutura ha ottenuto un gran successo di partecipazione oggi agli studios sulla Tiburtina a Roma, 7 mila persone si sono registrate, ma ce ne saranno state anche di più.
Merito anche degli altri promotori, Andrea Riccardi, ministro per la cooperazione internazionale Andrea Olivero, presidente delle Acli, e poi Stefania Giannini, Lorenzo Dellai, Irene Tinagli. In platea imprenditori, iscritti alla Cisl, c’è anche Raffaele Bonanni a benedire l’evento, semplici cittadini. Nessun leader politico, ma alcuni esponenti dei partiti che sono interessati al progetto: Della Vedova, Baldassarri, Lanzillotta, Santo Versace, Stefano Ceccanti, Maria Paola Merloni, Paolo Gentiloni, Giacomelli, Garofani, Perina. C’è anche, unico altro esponente del governo, il sottosegretario Paolo Peluffo.
Montezemolo in 12 pagine di relazione non lesina critiche alla politica degli ultimi venti anni, "non daremo mai più deleghe in bianco", e va dritto al punto: bisogna aprire la strada alla Terza Repubblica e Monti è il migliore per farlo. Evoca il rischio di un altro governo "eterogeneo e confuso" riferendosi evidentemente alla coalizione di centrosinistra quando parla dei ministri che scendono in piazza contro se stessi e teme il "riformarsi di alleanze che contengono tutto e il contrario di tutto", attacca gli atteggiamenti "populisti e ideologici".
Per il leader di Italiafutura dopo le elezioni servirà un progetto costituente e "Monti può fare il lavoro di ricostruzione in Italia e in Europa meglio di chiunque altro", perciò assicura di non volere per sè la leadership di questo movimento che è "una squadra" e che parte dalla passione civica di tanti delusi dalla politica ma che sarà "determinante" alle prossime elezioni. Ma non chiude neppure la porta ai partiti perchè "non si può affrontare il compito di ricostruire il paese in splendida solitudine, anche se pone alcune condizioni; "non possiamo accettare gattopardismi" perciò "bisogna mettersi in gioco davvero".
Monti plaude ma per ora mantiene la distanza: "Il fatto che gruppi numerosi della società civile si stiano attivando per riappassionare i cittadini alla cosa pubblica non può che essere visto con favore – ha spiegato il premier ma "nessuno mi domanda un impegno oggi e oggi non do nessun impegno". A Montezemolo va bene "ha ragione", come a voler dire verrà il momento opportuno per questo impegno.
Riccardi, ministro e promotore del progetto chiarisce però che "Monti è già l’uomo della rinascita" perchè con lui la terza repubblica è già iniziata. Ora il programma va arricchito e affermato" attraverso "un soggetto civico. Anche se il tempo che abbiamo davanti è breve – ha esortato – questa è un’occasione favorevole e irripetibile".