
Occhi puntati sul Consiglio dei ministri che inizia alle 10. Angelino Alfano ha lanciato un ultimatum a Mario Monti: ‘Il governo rimedi a un errore grossolano sulla data delle elezioni regionali. Il Pdl non può dire di sì. C’è tempo fino a venerdì. Noi valuteremo nel week end cosa fare’. La proposta del segretario del Pdl è precisa: ‘Anticipare le elezioni politiche al 10 febbraio, oppure spostare le elezioni regionali al 7 aprile’. Da qui l’attesa per le eventuali decisioni del Consiglio dei ministri di oggi: in caso di mancato accoglimento della richiesta di unificazione delle scadenze elettorali, il Pdl voterebbe la legge di stabilità e poi aprirebbe la crisi di governo. E’ stato nel frattempo depositato ieri al Consiglio di Stato l’appello con cui Renata Polverini, il presidente dimissionario della Regione Lazio, chiede l’annullamento, previa sospensione, della sentenza con cui il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dal Movimento difesa del Cittadino sullo svolgimento delle elezioni regionali entro 90 giorni dallo scioglimento del Consiglio. Nelle 26 pagine dell’ appello si sostiene ‘l’insindacabilita’ degli atti politici da parte del giudice amministrativo’.
Se la richiesta di sospensiva avanzata dai legali di Polverini fosse accolta gia’ questa mattina, tale decisione potrebbe avere effetti sospensivi anche sulla data scelta dal governo per il rinnovo dei Consigli regionali di Lazio, Lombardia e Molise. Al Consiglio dei ministri non resterebbe che prenderne atto.
Ieri il presidente della Repubblica, intervenuto agli Stati generali della cultura, ha risposto ‘di questo ora non parlo’ ai cronisti che gli chiedevano se fosse possibile ipotizzare elezioni anticipate a marzo. Mario Monti ha poi incontrato il presidente Giorgio Napolitano e ha avuto colloqui telefonici con i leader di partito per verificare le condizioni di una mediazione sulla data del voto amministrativo. Il punto di incontro potrebbe essere quello di accorpare elezioni amministrative e politiche a marzo in modo da permettere al governo di concludere la sua azione senza il pericolo di una crisi che potrebbe essere aperta dal Pdl. Una mediazione si rende comunque necessaria perche’ il Pd resta isolato nel sostenere la soluzione adottata dal governo per le elezioni amministrative a febbraio mentre Pdl, Udc e Lega Nord insistono nel chiedere un unico election day. Da qui l’ipotesi che sulla strada dell’ unificazione delle scadenze elettorali restino da superare solo gli scogli dell’approvazione della legge di stabilita’ (la Camera votera’ la fiducia martedi’ prossimo, il Senato potrebbe fare altrettanto in tempi brevi) e della riforma elettorale (questione quest’ultima su cui continua a insistere il presidente Napolitano).
Proprio sulla riforma elettorale in discussione nella commissione Affari costituzionali del Senato continua a non esserci accordo tra le forze politiche. Ma si prevede che il testo votato a maggioranza da Pdl, Udc e Lega Nord – quello che fissa al 42,5% la soglia per ottenere il premio di governabilita’ – potrebbe passare alla valutazione dell’ Aula entro la fine di novembre. L’ipotesi e’ che una mediazione possibile verrebbe trovata nell’accogliere la richiesta del Pd di un premio pari al 10% pure nel caso che nessun partito o coalizione raggiunga il 42,5% dei consensi.
Nel caso di consenso su questa road map, il Pdl otterrebbe semaforo verde per la sua richiesta di accorpamento delle scadenze elettorali (eviterebbe cosi’ che una eventuale sconfitta nelle elezioni regionali, nel caso si svolgano a febbraio, possa avere effetti negativi prolungati fino alle elezioni politiche). Udc e Lega Nord vedrebbero a loro volta accolte le richieste sul risparmio sui costi di due turni elettorali.
Ieri Pier Luigi Bersani, segretario del Pd a margine del suo intervento all’assemblea nazionale della Cna, non ha escluso l’accordo: ‘Se si vuole considerare l’ipotesi di anticipare le elezioni politiche, si proceda alla modifica della legge elettorale e non a far polemica. Noi siamo per la governabilita’ e siamo per una soluzione in questo senso.
Siamo invece contrari ai colpi di mano’.
‘Io penso che fare la legge elettorale e andare al voto e’ un vantaggio per tutti, perche’ cinque mesi di campagne elettorale tra regionali e politiche comportano la paralisi di governo e Parlamento. Bisogna trovare una soluzione insieme’, e’ l’opinione di Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc. Alfano rassicura sul voto favorevole del Pdl sulla legge di stabilita’: ‘Abbiamo gia’ annunciato la nostra lealta’ al governo’.