
Scrive IL SOLE 24 ORE: "Il mix di imposte e tariffe spinge verso l’alto il conto delle spese sulla casa nel 2012. Una famiglia-tipo, con due adulti e due bambini, pagherà quasi 500 euro in più, con un aumento del 20 per cento rispetto all’anno scorso. Una coppia di pensionati, invece, spenderà circa 315 euro in più, mentre un single si fermerà intorno a 125 euro. Gli aumenti sono l’effetto combinato dell’Imu sull’abitazione principale e dei rincari tariffari su elettricità, gas, acqua e rifiuti, così come misurati da Ref ricerche e Unioncamere Indis. A livello complessivo, l’introduzione dell’Imu e gli altri provvedimenti varati dal governo potranno spingere fino a 55 miliardi il prelievo fiscale sul mattone".
A pesare è soprattutto l’Imu: "La misura esatta del prelievo dipenderà dalle scelte definitive sulle aliquote dell’Imu, ma la progressione è già tracciata dagli ultimi provvedimenti" scrive il quotidiano economico. E aggiunge: "Per la famiglia con due bambini e la coppia di anziani, l’Imu costituisce circa meta’ della spesa extra per il 2012.
E’ vero, come ha rilevato la scorsa settimana il ministero dell’Economia, che per le rendite catastali piu’ basse l’Imu pesa meno della vecchia Ici. Ma l’Ici sulla prima casa non si paga piu’ dal 2008, e quindi il confronto tra il 2012 e l’anno precedente comporta un aggravio secco per il bilancio familiare. E poi bisogna considerare altri due elementi che possono distorcere la distribuzione del prelievo: da un lato, le rendite catastali non riflettono necessariamente il valore di mercato dei fabbricati; dall’altro, la detrazione di 200 euro sulla prima casa e’ concessa a tutti gli immobili, a prescindere dal reddito dei proprietari e dal valore catastale. Un punto, quest’ultimo, che spiega ad esempio perche’ il single riesca quasi ad azzerare l’imposta municipale.
L’aggravio è più forte per chi ha una seconda casa al mare o in campagna e la utilizza per il fine settimana o le vacanze estive. Cio’ che aumenta "senza se e senza ma" è il carico tributario legato all’Imu. Rispetto all’Ici versata l’anno scorso, infatti, cambiano il coefficiente moltiplicatore usato per calcolare il valore catastale (aumentato del 60 per cento) e l’aliquota applicata, che con l’Imu parte dallo 0,76 per cento e puo’ arrivare fino all’1,06 per cento. In realta’, potrebbe anche diminuire fino allo 0,46 per cento, ma al momento le case a disposizione sembrano essere i fabbricati su cui si concentreranno gli aumenti dei Comuni. Tutto sommato, anche calcolando l’Imu con l’aliquota ordinaria, il proprietario della seconda casa si trovera’ quest’anno a pagare 316 euro in piu’, con un rincaro del 30 per cento.
Anche il CORRIERE DELLA SERA fa i conti: "L’Imu sulla prima casa sara’ davvero una stangata? La risposta al dilemma non e’ univoca, innanzitutto perche’ le aliquote non sono definitive e poi perche’ dipende da quale termine di paragone viene adoperato.
Se ci si rifa’ alla situazione dello scorso anno ad esempio la risposta e’ certamente affermativa per la ragione che l’Ici sull’abitazione principale non si pagava. Se invece si torna indietro al 2007, ultimo anno di applicazione dell’imposta anche per le prime case, il discorso cambia, perche’ in realta’ sugli appartamenti di basso valore (indicativamente quelli con rendita catastale fino a 500 euro) l’Imu potrebbe portare anche a un piccolo risparmio, mentre piu’ si alza il valore fiscale della casa piu’ la nuova imposta comporta aggravio di spesa. C’e’ pero’ un’altra ragione per cui alla domanda originaria non e’ possibile dare una risposta univoca: in realta’ quello che ai fini Ici era un’abitazione principale non lo e’ necessariamente anche per l’Imu, perche’ l’imposta precedente aveva criteri molto piu’ generosi: se il proprietario di una casa la lasciava in uso a un figlio con un contratto di comodato ai fini Ici i comuni di norma equiparavano l’immobile all’abitazione principale, oggi questo non e’ piu’ possibile perche’ la casa deve essere nel contempo residenza fiscale e dimora abituale del contribuente. Infine se ampliamo il confronto con l’Ici agli immobili diversi dalla prima casa, e che quindi pagavano gia’ lo scorso anno, il confronto da’ sempre risultati negativi per il contribuente. Per le case tenute a disposizione l’incremento e’ temperato dal fatto che l’Imu assorbe anche l’Irpef fondiaria. Va pero’ ricordato che le aliquote Ici arrivavano allo 0,7 per cento con la possibilita’ nei Comuni ad alta tensione abitativa di salire allo 0,9 per cento; con l’Imu le aliquote partono da una base imponibile piu’ alta del 60 per cento e i comuni hanno la possibilita’ di salire fino all’1,06 per cento e molto probabilmente la maggior parte delle amministrazioni si attestera’ vicino a tale quota (anche perche’ c’e’ lo 0,38 per cento da dare allo Stato in tutti i casi). Roma ha gia’ deliberato per il massimo e anche Milano dovrebbe fare lo stesso. Peggio ancora vanno le cose a chi possiede una casa che da’ in affitto perche’ in questo caso non c’e’ nessun vantaggio in termini di Irpef. Significa che a parita’ di aliquote l’Imu costera’ il 60 per cento in piu’ dell’Ici".