Catania: Sequestrati beni in Italia e Romania per 40 milioni di euro

Nel quadro delle attività coordinate da questa Procura Distrettuale della Repubblica a contrasto della criminalità organizzata, rivolte all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati dai sodalizi di stampo mafioso sia in Italia che all’estero, i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno dato esecuzione, con il supporto del Comando Provinciale di Gorizia e, previo coinvolgimento dell’Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust), in collaborazione con l’Autorità Giudiziaria rumena, al provvedimento con cui il Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione ha disposto il sequestro in materia di prevenzione antimafia del patrimonio riconducibile a  Fabio Lanzafame, ex collaboratore di giustizia. Lanzafame, legato sia al clan Santapaola-Ercolano che al clan Cappello-Bonaccorsi, era già stato condannato per reati legati a giochi e scommesse illegali, truffa, riciclaggio e autoriciclaggio.
Il provvedimento di prevenzione ha colpito attività economiche, beni mobili e immobili, conti correnti, somme in contanti, riconducibili al predetto L., anche per interposta persona, situati in Italia, nelle province di Catania, Siracusa e Gorizia, e in Romania, nelle città di Bucarest e Pitesti, del valore complessivo di oltre 40 milioni di euro.
L’attività si pone a completamento delle investigazioni svolte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Catania nell’ambito delle operazioni convenzionalmente denominate “REVOLUTION BET” e “CRYPTO” che hanno consentito, unitamente ad altre evidenze giudiziarie, di inquadrare L. F. come “soggetto socialmente pericoloso” e pertanto di valutarne l’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali previste dal Testo Unico Antimafia (d.lgs. n. 159/2011). In primo luogo, L., ferma restando la presunzione d’innocenza dell’indagato valevole ora e fino alla condanna definitiva, è stato condannato nel 2020 e nel 2022 alla pena complessiva della reclusione di circa 7 anni per il suo ruolo di organizzatore di un’associazione a delinquere dedita alla commissione di plurimi delitti di esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, truffa aggravata ai danni dello Stato, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio e riciclaggio dei proventi illecitamente accumulati, con l’aggravante di aver agevolato il gruppo P. del quartiere etneo di Lineri, articolazione della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano, e il clan C.-B. nell’infiltrazione occulta di Cosa Nostra catanese e del sodalizio mafioso dei Cappelloti nel mercato illegale dei giochi e scommesse a distanza, nella diffusione in agenzie di scommesse e Centri rasmissione dati (CTD) ubicati nel territorio siciliano dei suddetti prodotti di gioco illegali in modo occulto ed in parallelo a quelli legali, con il conseguente controllo delle predette attività economiche.
Le sentenze hanno inoltre richiamato il concorso esterno di L. in entrambe le citate associazioni mafiose perché, pur non essendo stabilmente inserito in tali sodalizi, è risultato che il predetto abbia assicurato un contributo sistematico alla realizzazione di alcune attività illecite del clan, ideando e fornendo l’apparato tecnico ed informatico necessario per la realizzazione del complesso sistema di reti telematiche necessarie per organizzare e gestire il settore delle “”scommesse on line?, mettendo altresì a disposizione dei clan i suoi collaboratori per garantire il funzionamento dell’architettura e riconoscendo alle compagini mafiose una significativa percentuale sugli introiti connessi alle giocate.
In altri termini, la figura di L. avrebbe favorito gli interessi delle predette organizzazioni criminali di stampo mafioso, creando le condizioni per il loro ingresso nel settore del “gaming online”, anche attraverso l’acquisizione di licenze ed autorizzazioni, necessarie all’apertura ed alla gestione di sale scommesse ed attività commerciali, nelle province di Catania e Siracusa e in altre località del territorio siculo. In aggiunta, le più recenti evidenze acquisite dalle Fiamme Gialle nell’ambito di indagini coordinate da questo Ufficio avrebbero permesso di far emergere condotte volte al riciclaggio, anche mediante la trasformazione di una grande quantità di denaro liquido in cripto-valute e l’intestazione fittizia a terzi di propri beni e attività economiche, poste in essere da L. con il concorso di diverse persone a lui vicine, per mascherare l’entità del patrimonio a lui riconducibile, frutto di attività illegali, in modo da evitare o ridurre il rischio di possibili sequestri. Alla luce della pericolosità sociale riconosciuta a L., unità specializzate del Nucleo PEF di Catania della Guardia di finanza, su delega di questa Procura, hanno pertanto effettuato complessi approfondimenti economico-finanziari per ricostruire la sua effettiva situazione patrimoniale, individuando, grazie anche agli strumenti di cooperazione giudiziaria e di polizia con Stati esteri, un imponente complesso di attività economiche, disponibilità e beni mobili e immobili di elevato valore, non compatibile con i redditi provenienti da attività lecite e come tale indicativo di una chiara sproporzione tra le ricchezze concretamente accumulate e le fonti di guadagno dichiarate, di modesta entità.
In base agli elementi acquisiti e su proposta di questa Procura, il Tribunale di Catania ha quindi disposto il sequestro di prevenzione di:
– 20 attività commerciali (12 italiane e 8 estere) attive nel settore dei giochi e scommesse nonché in quello immobiliare;
– 89 beni immobili, siti in Italia e in Romania, nelle province di Catania (n. 1), Siracusa (n. 30) e Gorizia (n. 1) nonché nelle città estere di Bucarest (n. 3) e Pitesti (n. 57); Tra questi, si segnala, in particolare, la proprietà di una porzione di un palazzo storico nel pieno centro dell’isola di Ortigia (SR) a pochissimi passi dalla piazza Duomo, di un’elegante palazzina in stile neoclasssico, con una superficie di 900 mq, situata nel cuore della città rumena di Pitesti e una villetta signorile di 280 mq con giardino nella zona residenziale del medesimo centro urbano.
– 2 autovetture;
– 20 conti correnti bancari; denaro contante, per un valore complessivo stimato di oltre 40 milioni di euro. Ai fini della gestione dell’ingente patrimonio è stato nominato apposito amministratore giudiziario.
L’attività in argomento si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte da questa Procura e dalla Guardia di finanza volte al contrasto, sotto il profilo economicofinanziario, delle associazioni a delinquere di tipo mafioso, al fine di evitare i tentativi, sempre più pericolosi, di inquinamento del tessuto imprenditoriale sano del territorio.