Palermo – “Dove il vino è diventato leva strategica, sono cambiati i territori, l’economia, la reputazione internazionale della Sicilia”.
Lo dice Rosa Di Stefano, presidente di Federalberghi Palermo e Ceo del gruppo Far Hotels, che ha partecipato al talk dal titolo “Vino, tra cultura e turismo: un motore per la Sicilia” nel corso della presentazione della Guida dei Vini 2026 pubblicata dal Giornale di Sicilia.
La presidente degli albergatori palermitani ha portato alcuni esempi di crescita economica grazie al vino.
“L’Etna, in dieci anni, ha visto crescere le cantine da quaranta a oltre centocinquanta – continua Di Stefano – con un indotto che supera i 150 milioni l’anno e un aumento delle presenze fuori stagione del 34%. Marsala, per anni considerata “vintage”, ha trasformato la sua identità e oggi registra un +27% di flussi turistici annuali e un inverno che vale più del 20% del totale grazie alle visite in cantina, alle saline, agli eventi. Menfi cresce del 18% l’anno in spesa turistica e del 29% nelle notti vendute in bassa stagione. Vittoria ha portato il Cerasuolo nel mondo con un +40% di export e una permanenza media che è salita da 1,8 a 2,6 giorni. E Gangi, che oggi vive una nuova stagione di attenzione internazionale, ha visto aumentare i visitatori del 32% in tre anni: il 41% arriva per vini delle Madonie, pranzi lenti, esperienze di gusto autentiche”.
Ma c’è un dato che, per chi fa parte del settore turistico e dell’accoglienza, pesa più di tutti.
“Un turista enogastronomico spende in media tra 155 e170 euro al giorno, contro i 115 euro del turista tradizionale – incalza Di Stefano – E soprattutto rimane di più: 3,4 notti in media, che diventano cinque in occasione di vendemmie, itinerari enogastronomici o festival di settore. In sintesi – conclude l’imprenditrice – questo significa che il vino non porta un calice in più. Porta tempo, relazioni e valore economico per tutto il territorio. Ogni bottiglia di vino che viene raccontata bene e servita bene in albergo, al ristorante, in enoteca, mette in circolo valore per chi coltiva, per chi trasforma, per chi accoglie e per chi comunica”.
