MIGUEL PRO IL SANTO DEI CRISTEROS

Quest’anno la festa liturgica di Cristo Re è caduta proprio nel giorno della morte del sacerdote messicano Miguel Pro, il 23 novembre 1927. E proprio per l’occasione ho pensato di fare memoria di questa importante festività leggendo il libro di padre Antonio Dragon S.J. “Il Padre Pro. Per Cristo Re”, L.I.C.E. Roberto Berruti & C. Torino, 1934.

Il testo in mio possesso è ingiallito per i tanti anni dalla pubblicazione. Consultando internet, ho visto che il testo è stato pubblicato dopo tanti anni nel 2012 con il sottotitolo, “Il Santo dei Cristeros”, da Amicizia Cristiana. Padre Pro è stato fucilato durante la persecuzione anticristiana massonica del presidente Plutarco Elias Calles. Il libro del gesuita Dragon ha avuto il ringraziamento del Santo Padre Pio XI attraverso una lettera del Cardinale Pietro Gasparri del 19 dicembre 1928. L’opera si compone di 13 capitoli ed ha l’imprimatur del 23 marzo 1932.
Miguel Agustin Pro nacque a Guadalupe, in Messico, il 13 gennaio 1891. Era il figlio maggiore di Miguel Pro e Josefa Pro de Juarez. Miguel. Aveva molte capacità, fra cui suonare la chitarra e parlare in pubblico senza alcuna paura. L’autore del libro descrive il carattere dell’uomo Pro che poteva essere immaginato come due persone: da una parte con il carattere gioviale, spiritoso e scherzoso, dall’altro profondamente religioso. Gli anni del noviziato di Miguel Pro sono abbastanza burrascosi, sono protagonisti gli eserciti del bandito Villa e di Venustiano Carranza che spadroneggiavano impuniti in Messico, distruggendo ogni cosa. Alla fine tra i dittatori, prevale Carranza che si dichiara Presidente della Repubblica emanando una Legge detta del Queretaro, che in pratica proibisce ogni manifestazione religiosa. Legge draconiana, che porta all’esilio negli Usa, 11 vescovi e arcivescovi e centinaia di sacerdoti e duemila scuole cattoliche chiuse. Per questo nel 1914 Michele Agostino Pro fu costretto a trasferirsi in una casa religiosa in California, in pratica in esilio; successivamente si recò in Spagna e in Belgio per continuare i suoi studi. Fu ordinato sacerdote il 31 agosto 1925 nella Compagnia di Gesù.

Il racconto di Dragon della vita di Pro in Europa è abbastanza dettagliato. Durante il suo soggiorno per la sua salute cagionevole ha dovuto subire ben tre operazioni. Mentre è in clinica in Belgio riceve la notizia della scomparsa della madre, è l’8 febbraio 1926. Intanto i suoi superiori vedendo che la sua salute non migliora, pensano di farlo ritornare in Messico. Ma prima volle fermarsi a Lourdes dove riuscì a celebrare la Messa nella Grotta di Massabielle. Intanto in Messico la situazione è peggiorata per la popolazione e per la Chiesa. Addirittura, gli anticlericali hanno tentato di distruggere con la dinamite la chiesa di Nostra Signora di Guadalupe. Dragon descrive i momenti della persecuzione nei confronti della Chiesa.

Intanto ha preso il potere Plutarco Elias Calles, il nuovo Nerone del Messico. Nei primi di luglio pubblica una nuova legge composta di trentatre articoli che aggravano maggiormente le clausole antireligiose del 1917. Per avere le simpatie delle logge massoniche, Calles ordina che in tutte le scuole era proibito l’insegnamento religioso; tutte le case di ordini religiosi sono sciolte; fuori delle chiese è proibito qualunque abito religioso. Tra le norme c’era anche quella che multava di 500 pesos i sacerdoti che indossavano l’abito talare al di fuori della chiesa, ragion per cui molti religiosi e religiose cominciarono a far uso di travestimenti.

Anche Padre Pro adottò quello stratagemma, tuttavia alcune persone che conoscevano la sua identità minacciarono di denunciarlo alle autorità. Accadde così che, mentre celebrava l’atto di Consacrazione, Padre Pro fu prelevato dai gendarmi e portato in carcere, processato e poi lasciato libero. Tutte le chiese, edifici religiosi, asili, scuole, sono di proprietà dello Stato. Per tutte queste misure Calles ricevette la medaglia d’oro dalle logge massoniche. Pro giunge proprio in tempo per assistere alla passione del suo Paese, scrive don Dragon. Ormai le varie funzioni religiose andavano fatte di nascosto, nelle case private. Il lavoro per i sacerdoti è aumentato vertiginosamente.

Confessioni, comunioni, battesimi, matrimoni, tenevano impegnati tutto il giorno i sacerdoti, così fu per padre Pro. Da questo momento Dragon descrive quasi ogni movimento del sacerdote, a cominciare dalle numerose conferenze tra la popolazione cattolica, poi ci sono le cosiddette “stazioni eucaristiche”, luoghi dove si poteva ricevere la comunione di nascosto. Intanto in risposta alle misure draconiane di Calles, fu indetto lo sciopero generale del popolo, organizzato dalla “Lega di difesa della Libertà Religiosa”. La risposta di Calles fu dura. La Lega invita il popolo a intensificare lo sciopero su tutti i settori della vita sociale, astenersi dal comprare il superfluo come dolciumi, oggetti di lusso, abiti andare al cinema. “Dio è con noi, combatte con noi”.

I cattolici si sono trasformati in apostoli infaticabili zelanti di una propaganda orale e scritta. Sono diventati famosi i vari foglietti di carta, a volte non più grandi di un francobollo che venivano utilizzati per diffondere ordini o informazioni clandestine. Il 31 ottobre per la festa di Cristo Re, ebbe luogo al Santuario di Nostra Signora de Guadalupe un grande raduno di pellegrini, sono più di duecentomila. Tutti cantano e ripetono gli evviva a Cristo Re, al papa, ai vescovi. I giovani organizzatori mantengono l’ordine, nonostante la repressione dei soldati di Calles, i cattolici non hanno paura, operano ovunque. Padre Pro è quello che si impegna più di tutti, ben presto è nel mirino dei soldati e della polizia segreta. Mentre l’economia del paese s’incammina verso il fallimento, Calles accusa i sacerdoti di essere la causa di ogni male.

Tenta di istituire una chiesa nazionale, indipendente da Roma, ma del clero messicano non aderisce nessuno. Padre Pro cerca di aiutare tutti, in modo particolare i poveri. Ha organizzato una rete di soccorso per loro e distribuisce tutto quello che riceve in donazione. Però i poveri aumentano ogni giorno e c’è bisogno di risorse per nutrirli e alloggiarli. Padre Pro non ha più il tempo per pensare a se stesso, corre dappertutto, le famiglie hanno bisogno di mangiare, ma anche del Signore, dell’assistenza spirituale. Fu chiamato il predicatore dei poveri. Predica gli Esercizi spirituali di S. Ignazio a tutti. Naturalmente nelle case private e sempre di sera. Nelle varie stanze degli appartamenti della città. Si iniziava con il Santo Rosario e poi la predicazione. Nessuno aveva paura, nonostante Calles aveva sguinzagliato più di diecimila agenti della polizia segreta. Padre Pro era presente sempre e i suoi superiori sapevano che rischiava molto, cercarono di convincerlo a riposarsi, ma c’era una moltitudine di uomini e donne ad aspettarlo nelle varie case dove si svolgevano le funzioni religiose.

Il libro di Dragon è ricco di aneddoti che vedono protagonista il sacerdote gesuita all’opera nelle vie di Città del Messico. Padre Pro riesce ad eludere la sorveglianza dei poliziotti di Calles. Il padre è sempre in prima fila in tutte le opere di propaganda e cerca con ogni mezzo di diffondere quei foglietti di difesa religiosa. Tutto il suo impegno scaturiva dal suo intenso amore per le anime, un amore che cresce ogni giorno, fino al sacrifico della vita per le persone che si amano. “Sarei pronto a dare la vita per condurre le anime a Dio!” soleva ripetere spesso. Il padre Pro desiderava la morte dei martiri. Per salvare il Messico era necessario il sangue dei martiri. Dopo l’attentato al generale Obregon, furono indiziati come organizzatori dell’attentato i fratelli Pro, Miguel e Umberto. La polizia sapeva che non erano stati loro, ma bisognava liberarsi del prete, il più acerrimo nemico della rivoluzione. Così gli fu imputato l’attentato al generale.

Plutarco Calles volle che l’esecuzione di padre Pro fosse eseguita davanti ai giornalisti e ampiamente fotografata, sperando che potesse fornire un terribile esempio di quello che aspettava i Cristeros. Il 23 novembre 1927 alle ore 10,30 viene giustiziato padre Pro. Prima di morire Padre Pro perdonò i suoi assassini e li benedisse. «Che Dio abbia pietà di voi! Che Dio vi benedica! Signore, tu sai che io sono innocente! Con tutto il cuore io perdono i miei nemici.» Chiese allora un ultimo desiderio, che fu esaudito; preso il rosario, il religioso recitò una breve preghiera; poi alzò le braccia, aprendole come il Cristo e gridò: “Viva Cristo Re!” prima che il plotone, ricevuto l’ordine, puntasse i fucili e sparasse.

Migliaia di persone nella casa dove riposavano i cadaveri dei fratelli Pro. Il sangue di padre Pro sarà seme di altri eroi e Colui che possiede simili difensori avrà la vittoria finale: Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat! Il libro si chiude con la descrizione di una serie di grazie ricevute da persone che hanno invocato il sacerdote gesuita martire di Cristo Re Miguel Pro. Il sacerdote viene dichiarato martire il 10 novembre 1986 e beatificato da Giovanni Paolo II il 25 settembre 1988.

DOMENICO BONVEGNA
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